William Cliff
Fiòdor Dostoyevski era allegro (sembra),
non credete alle foto che lo mostrano
col volto serio perché a quell’epoca
si posava seri per la fotografia.
Lui viziava i suoi figli, riceveva gente,
ma verso sera si ritirava in camera,
beveva del tè, cominciava a scrivere,
fumando sigarette rollate prima.
Il suo tavolo era in disordine, niente
a che vedere con questo appartamento
pulito sulla Prospettiva Vladimir.
Ma dov’è la camera da letto? Lo stretto
sofà era il posto dove si riposava:
al mattino quando si sentiva stanco,
si sdraiava e tirava una coperta
sul volto, impedendo alla luce di nuocergli.
È in questa stanza severa sul retro
che scrisse ma senza poterla finire
l’ultima opera perché era tisico
e la morte lo gelò su quel sofà.