COS’ ALTRO LA VITA?

Tiberio Sergardi

(favola agreste)
“Rimarrà la Vita?”
Fu questa la domanda inquieta.
E la Quercia,
fra i giovani lecci e le piante venute di fuori,
parlava in orchestra:
ma sudicio e bianco,
uscito da insolite bufere,
un giovane pioppo
(il più alto e più bello)
con foga intervenne
come ai tempi addietro…:
“Donna ritrosa, fiera selvaggia da prendersi a covo,
cos’altro la Vita?”
Qualcuno degli altri…veloce insinuò le parole…
Samàra, la Vergine-olmo,
eterea,
in ali di mantide pia,
fidata al suo vento
e di cielo compresa,
umilmente propose,
in parlare di foglie…:
“Cos’altro la Vita?”
Su fuso girevole – disse –
una guglia di filo
(e un laccio inatteso la stringe)…
lei fugge per chine di verde
verso altre sponde lontane
(impercettibile filo!)
e nella corsa quel filo
s’inerpica strano
su alberi, muri, scogliere…
in nodi ogni tanto s’intriga,
ma rapida poi si distriga e si scioglie
(un cappio ne mozza il respiro!),
le piante, posandosi, imbriglia…i fiori e le foglie
a proteggere il creato,
e poi si scompone per ricomporsi di nuovo
in un’incredibile realtà:
l’ordito e il ripieno del Vuoto.”
Il Pioppo…annoiato commentò:
“Banalità prolissa!” –
e un leccio si aggiunse a quel coro:
“Inspiegabile enimma…l’esistere umano.”