Thich Nhat Hanh
Ecco le mie mani.
Accetta che io te le ridia,
anche se prego
non vengano ancora schiacciate.
Sono tornato, docile, arreso,
senza rancore per questa grande sofferenza.
Sono nato sotto la tua stella.
Sono nato per voi. Sono nato
per vivere 10mila vite
col cuore di un bambino.
Ecco le mie mani,
che sono anche il mio cuore, la mia mente,
la mia vita – tutto ciò che resta. Unica
mia forza è stato aver sanguinato
sui tasti dell’amore.
Ecco le mie mani.
Accetta che io te le ridia. Ricorda,
nostra madre ci insegnò ad amare
l’erba secca delle tombe, così come
le rose in fiore.
Per loro,
come per ogni cosa,
l’amore è
la rugiada immacolata del mattino.
Ecco le mie mani.
Col capo chino, te le rendo.
Guarda, le vecchie ferite devono ancora guarire.
Hanno sangue fresco e sui polpastrelli
può restare un po’ dell’ anima,
come resta la rugiada lucente
sui fili tremanti dell’erba.
Ecco le mie mani,
di nuovo rinate,
ma ancora ferite.
Ed ecco il mio sorriso,
di uno che non ha mai odiato.
Ed ecco il mio cuore, puro
attraverso il tempo.
Ecco le mie mani
che ti riporto da curare sotto le bende.
Prego che
non verranno ancora schiacciate.
E invito le stelle
a farmi da
testimoni.