Presto la vela freschissima di maggio ritornerà sulle acque dove infinita trema Luino e il canto spunterà remoto del cucco affacciato alle valli dopo l’ultima pioggia: ora d’un pazzo inverno nei giorni dei Santi votati alla neve lucerte vanno per siepi, fumano i boschi intorno e una coppia attardata sui clivi ha voci per me di saluto come a volte sui monti la gente che si chiama tra le valli. Poesia n. 285 Settembre 2013 Vittorio Sereni. Lo sperpero della gioia a cura di Daniele Piccini Fondazione Poesia Onlus 2013
Prima sera d’Atene, esteso addio dei convogli che filano ai tuoi lembi colmi di strazio nel lungo semibuio. Come un cordoglio ho lasciato l’estate sulle curve e mare e deserto è il domani senza più stagioni. Europa Europa che mi guardi scendere inerme e assorto in un mio esile mito tra le schiere dei bruti, sono un tuo figlio in fuga che non sa nemico se non la propria tristezza o qualche recidiva tenerezza di laghi di fronde dietro i passi perduti, sono vestito di polvere e sole, vado a dannarmi a insabbiarmi per anni. Pireo, agosto 1942
Poesia n. 285 Settembre 2013 Vittorio Sereni. Lo sperpero della gioia a cura di Daniele Piccini Fondazione Poesia Onlus 2013
Nel bicchiere di frodo tocca presto il suo fondo quest’allegria che vela la tristezza in cresta dei tizzi sopiti sbalzati a noi dal più lontano fuoco. E sii tu oggi il Dio che si fa carne lontananza per noi nell’ora oscura.
Ha certezza di sentire la pioggia e veri fiori spuntati dal fango – che il sole ha seccato, ieri e che domani perderanno consistenza nel perdersi del niente che li regge – un uomo fermo ad ascoltare un réfolo di vento entrare amaro in questa tenda – un abbraccio di cieli, un buio di corvi che hanno nero anche il becco e già lo sguardo nero come i suoi sogni? Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano Crocetti Editore 1996
(…) Guarda madre la rosa nel sole, ad occhi chiusi i suoi petali roridi di sangue raccontano ogni possibilità, ogni città, ogni tribù, ogni leggenda nell’istante in cui quasi intraprende il cammino, la pletora del destino, l’abbraccio che chiedo, il latte delle galassie e del tuo seno. Ti sento e non ti vedo. Mia casa. Mio vuoto. Mio credo. (…) Poesia n. 316 Giugno 2016 Aldo Nove. Guarda, madre a cura di Daniele Piccini
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