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10.

Vincenzo Ostuni

Vincenzo Ostuni

(“Ma che sia chiaro”, subito rispondo, in preda a un raptus di precisazione,
“chiaro che o tu sei fuori dal gioco
– perché ti interessi di altre cose; perché hai una fede che ti ingoia, sei una profetessa fuori patria; perché sei muta
o tu muori dalla fame;
oppure tu sei tutta dentro a quello: ma una carta ce l’hai per cambiar nome; metti, un sette di denari
o un tre di coppe, riposto nell’orlo del calzone.
Solo chi siede al tavolo può forse sterzare da una via già ribattuta:
tu sei fra questi, credo e spero: e io.
Ma ricordatelo, che tu non sia seduta e non seduta insieme; di fuori e dentro; sporta su un vero ultimo e sul mondo”).
(“Non ridere se dico che tu, per mia fortuna, tu sei corrotta e porti una giustezza: e il nostro
– è un lavoro di espiazione”).
Vincenzo Ostuni (Roma, 1970), da Faldone Zero-Venti. Poesie 1992-2006 (Ponte Sisto, 2012)

Così si percorre la vita

Valerio Magrelli

Valerio Magrelli

Così si percorre la vita,
con l’ansia del commensale
tra portate che non arrivano.
Si mangia molto pane e si beve,
molto si conversa di favolosi cibi,
universi d’origano, foreste
d’inauditi sapori. È già tardi
e sul limitare del pasto
in un deserto di molliche dalle segrete forme
(e questo è un piede sinistro, si vede),
la nera morte araba ci congeda.
Valerio Magrelli (Roma, 1957), da Ora serrata retinae (Feltrinelli, 1981)