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Parlo agli spiriti

Natalia Molebatsi

Natalia Molebatsi

 

parlo a spiriti
vivi e vegeti
che parlano al silenzio
io parlo al clamore del silenzio
loro interrogano l’asprezza del silenzio

parlo agli spiriti
che parlano al ritmo
io ballo seguendo il ritmo
parlo a ombre danzanti
su muri
muri di luce
muri di dolore
muri di fede
muri di pioggia
che non arriva mai

parlo agli spiriti
che parlano a barricate
e check points
che inghiottiscono i nostri figli nel fiore della loro esistenza
e figlie che esplodono da episodi silenziosi
di fede
e dolore
e pioggia che non arriva mai

parlo a spiriti
che parlano al silenzio e
le ali della donna cariche di desiderio
volontà, disperazione e voglia di parlare

alla mente
con la mente
non con degrado
ma con l’unità
e l’intreccio delle dita delle nostre mani
e dei nostri piedi
parlano, con la tua visione,
che è nitida

parla agli spiriti
suoni tra le mura dei nostri pensieri
non solo attraverso il movimento delle labbra
ma l’evoluzione dell’anima
e crea la tua

sentiero da tracciare

parlo a spiriti
facendo risuonare
i colori di ogni ombra
che danza sulle mura dei miei pensieri

parlo a spiriti
che non svaniscono mai
(io) parlo agli spiriti

Libertà

Bandile Gumbi

 

Ho fatto ricerche approfondite
Sul funzionamento
Di una mente africana
liberata

Mentre questa poetessa
Lecca il microfono

rilasciando fuoco fondente
Lava in energia ingabbiata
Che si snoda
Per mordere
La mano che sfama la colpevolezza bianca

Il calore
Infiammò il mio desiderio di donna
Di lasciarmi andare su queste farfalle
Ho quasi vomitato
Nella morsa di un’emozione

Mentre questa poetessa
Continua a leccare il microfono senza sosta
Io mi fermo
Per masticare il sapore
Mai così familiare

Nella vibrazione che allaccia
capelli fini
Giu’ fino al mio ventre
Scendendo fino al cuore profondo dell’
Umana creazione
Procreando
Un fervore per soddisfare
I morsi della fame, rompendo lo sciopero della fame
Di una donna che protesta

Mentre questa poetessa
Continua a leccare il microfono
A leccare il microfono senza sosta
Io mi spoglio davanti all’altare della vostra terza incarnazione
La mia redenzione
è sospesa
Nella sinergia statica
Che molesta le fondamenta
Della mia fede cresimata

Mentre tentazioni mi fanno danzare
Mi rendo conto
Che pazzia e liberta’
Sono lo stesso lato del coltello di un macellaio
sia esso rivolto verso l’alto o verso il basso

La notte della luna rosso cremisi

Aryan Kaganof

Aryan Kaganof

 

ti scriverò con il sangue
disse la pietra alle
nuvole, ti laverò
con lacrime
disse l’occhio
alla
lingua
sussurrerò
il tuo nome quaranta
tre mila volte
stanotte prima di dormire disse
il poeta alla sua beneamata
mentre lei estraeva lentamente il suo coltello
dalla ferita che gli aveva inferto

… e quando fu seppellito
lessero a voce alta una sua pergamena
che recitava: non importa che tu
mi abbia ucciso, che
vita era in ogni
caso, prima che io
conoscessi le tue
labbra? Non importa che
tu non ricordi
il mio nome, perche’ queste sono
le sole parole degne d’esser ricordate…
seguito dal nome della donna
ripetuto in maniera precisa
43.000 volte
coloro i quali nel
paese
avevano
dimenticato
come si ama
furono immerse
nuovamente nella scintillante
conoscenza che si prova
quando si prova un sentimento
e quella notte, curiosamente,
la luna parve colorarsi di un bagliore
rosso cremisi, come se anche a lei fosse
stata data una pugnalata fatale

La canzone della sirena

Tania van Schalkwyk

Tania van Schalkwyk

 

Continuo a ritornare

su un isola
inumidita dalla morte, cinta
da ossa di vite interrotte.

La luna è grande lì
e muove le acque con un potente magnetismo.
E di notte il fosforo fa capolino attraverso il mare —

gli occhi e le luci di una città annegata
si spargono su spiagge sabbiose
tanto amate da brochures turistiche.

Tutte le isole contengono i sussurri delle nostre anime
nelle foglie dei loro alberi costieri —
in perenne movimento, seguendo il battito del vento, risuonando avanti e indietro, come una testa che non trova pace su un cuscino insonne?

O è solo questa terra
di sognatori ad occhi aperti
che avvolge la sua laguna
attorno ai miei piedi, e mi chiede di mangiare
con stupore e non svegliarmi mai?

È la morbidezza dell’aria
che mi intrappola come un’alga marina
languida e familiare prima di
divenire sconforto. Catturati,

dall’umidità tropicale
i miei occhi non riescono più a vedere il profondo che si apre oltre la barriera corallina
e le mie orecchie continuano a udire
l’infrangersi delle onde sulle scogliere

Questa tomba è bella.
I miei antenati vivono qui e mi chiamano.

Inommensurabile

Tania van Schalkwyk

Tania van Schalkwyk

 

C’è un oceano incommensurabile
e ti inghiotte
quando ti bacia

In questo mare ci sono scogliere con
sponde che cadono in buchi scoscesi
Puoi sederti sul corallo

tenere i tuoi piedi a penzoloni sul precipizio

lasciare che le tue caviglie vengano mordicchiate
guardare le ombre dell’azzurro confondersi tra loro

ascoltare l’uomo nel mare chiamarti a sé—

e tu puoi immergerti nelle sue fredde e dure braccia
affondare nella storia senza fine dei suoi occhi scuri
bere nel suo sale

giacere distesa sul fondo del suo letto—

o puoi attendere che una corrente ti porti via
ti spinga lontano dal suo abbraccio
ti spinga sempre più lontano verso il mare aperto—

continuare a galleggiare, nelle profonde
braccia spalancate verso il sole
coi capelli che sfiorano la superficie

potrai trovar pace
potrai pensare che ti sei lasciata andare
finché ti accorgi di non essere sola—

i fruscii e gli spruzzi di una pinna
il bagliore di una bocca che ha fame di te
uno strattone nei tuoi riccioli, i tuoi arti tirati

ti rammentano che lui è lì, ti fanno ricordare

della discesa, del giorno in cui verrai divorato
della notte in cui ti arrenderai, della volta in cui
smetterai di camminare, smetterai di nuotare

E ti lascierai annegare, incommensurabile.

Evoluizione: particolari

Karen Press

 

Nota il movimento della mano che afferra
il pollice oppositivo, la libera articolazione delle giunture,
con quanta facilità cambia forma
per tenere stretto tutto quel che trova.
Così è cominciata l’umanità
con la capacità di afferrare qualcosa,
di correre tenendola stretta.
Studi hanno dimostrato che le camere del cuore
si allargano ogni volta che un certo oggetto entra
nel raggio visivo. Certi ricettori di cellule aprono la bocca,
i pori della pelle si dilatano. L’oggetto varia di caso in caso
ma il fenomeno generale è lo stesso per tutti gli umani
ed è comunemente definito amore.