Valerio Magrelli
Totò diventa cieco, da vecchio.
Tutto quell’agitarsi disossato
per finire nel buio.
Un muoversi a tentoni,
un zigzag nelle tenebre.
Ma è vero anche il contrario:
Totò diventa vecchio, da cieco.
Me lo ricordo ancora, sotto casa, in civile,
che traversa la strada a un funerale,
tra due ali di folla impazzita per lui.
E lui stava al gioco, sconnesso, veniva avanti a scatti,
senza vedere nulla – solo ora capisco!
Cieco, vecchio e meccanico,
ma come caricato dalla molla d’acciaio del dialetto,
finché, perso lo sguardo, non perde anche la lingua.
Nei suoi ultimi film, non potendo seguire le battute,
viene doppiato. E’ questa la leggenda:
da cieco che era, ora è muto
nella pellicola, mentre un’altra voce
sostituisce la sua.
Totofonia blasfema, alle soglie dell’ombra.
Deposta la visione, deposta la parola,
il corpo pinzillacchero
discende nella Tomba.