Vinícius De Moraes
Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
Questa perfetta intimità con il silenzio
Resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:
– Pietà! perché essi non hanno colpa d’esser nati…
Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
Questa perfetta intimità con il silenzio
Resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:
– Pietà! perché essi non hanno colpa d’esser nati…
Ma come fai quando sei bambino
a prendere coraggio e fede nel destino
se papà ti mette per castigo al buio,
poi di notte a letto:
“zitto che c’è il lupo!”
“zitto che c’è il lupo!”
“zitto che c’è il lupo!”.
E la mamma dice:
“chiamo l’uomo nero!
Chiamo il babau, ti mangia tutto intero
nella notte scura ti fa la puntura,
ti fa la puntura, ti fa la puntura!”.
Ma passa per il buio senza paura!
Ma passa per il buio senza paura!
Poi all’improvviso ti arriva l’età
di amare follemente l’uomo che non va,
non c’è via d’uscita, né di qua né di là,
tuo padre griderà, tua madre pregherà
tua madre pregherà, tua madre pregherà.
L’amante poi si butta giù dal fabbricato,
perché quello che è facile diventa complicato,
dato che la vita è dura.
Che la vita è dura.
Che la vita è dura.
Ma passa per l’amore senza paura!
Ma passa per l’amore senza paura!
Troppi sono i pericoli di questa vita
Per chi prova passione, e più ancora
Quando la luna appare d’improvviso
E s’abbandona, dimentica, nel cielo,
E se alla folle luce lunare
Si unisce una qualsiasi musica
Fate allora bene attenzione
In tutto avrò riguardo del mio amore
Prima e con tale zelo e sempre e tanto
Che pur di fronte ad un supremo incanto
Di lui sia più incantato il mio pensiero.
Per questo fummo creati:
Per ricordare ed essere ricordati
Per piangere e fare piangere
Per seppellire i nostri morti –
Per questo abbiamo braccia lunghe per gli addii
Mani per cogliere quel che ci è stato dato
Dita per scavare la terra.
Dormi, amica, dormi
il tuo sonno di rosa
una pace immensa
è calata in quest’ora.
Chiudi bene i petali
del tuo corpo immobile
e chiedo al silenzio
di non andare via.
Dormi, amica, il sonno
tuo di bambina
la mia vita è la tua
la ta morte è la mia.
dormi e cercami
nel paesaggio assente…
In esso la mia immagine
resterà più pura.
Dormi, amata mia
il tuo sonno di stella
la nostra morte, nulla
potrà fermarla.
Ma dormi, che così
dormirai un giorno
nella mia poesia
di un sonno senza fine.
Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
Questa perfetta intimità con il silenzio
Resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:
– Pietà! perché essi non hanno colpa d’esser nati…
Resta quest’antico rispetto per la notte, questo parlar fioco
Questa mano che tasta prima di stringere, questo timore
Di ferire toccando, questa forte mano d’uomo
Piena di dolcezza verso tutto ciò che esiste.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla e chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi preferisce nero su bianco e i puntini sulle “i”
piuttosto che una serie di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire dai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge e chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che esser vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Le poesie son passeri che arrivano
non si sa da dove e si posano
sul libro che leggi.
Quando chiudi il libro, spiccano il volo
come da una gabbietta.
Loro non sanno né dove posarsi
né hanno un porto
si alimentano per un istante in ogni paio di mani
e vanno via.
E guardi, allora, queste tue mani vuote,
con la meravigliosa sorpresa di sapere
che il loro alimento era già dentro di te…
La poesia è un sasso nell’abisso,
l’eco della poesia scompagina i profili:
per il bene delle acque e delle anime
assassiniamo il poeta.
da Mário Quintana, L’apprendista stregone