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Se un giorno

Zaher Rezai

Zaher Rezai

 

Se un giorno in esilio la morte deciderà di prendesi il mio corpo

Chi si occuperà della mia sepoltura, chi cucirà il mio sudario?

In un luogo alto sia deposta la mia bara

Così che il vento restituisca alla mia Patria il mio profumo

Nessuna voglia di parlare

NADIA ANJUMAN

NADIA ANJUMAN

 

Che cosa dovrei cantare?
Io, che sono odiata dalla vita.
Non c’è nessuna differenza tra cantare e non cantare.
Perché dovrei parlare di dolcezza?
Quando sento l’amarezza.
L’oppressore si diletta.
Ha battuto la mia bocca.
Non ho un compagno nella vita.
Per chi posso essere dolce?
Non c’è nessuna differenza tra parlare, ridere,
Morire, esistere.
Soltanto io e la mia forzata solitudine
Insieme al dispiacere e alla tristezza.
Sono nata per il nulla.
La mia bocca dovrebbe essere sigillata.
Oh, il mio cuore, lo sapete, è la sorgente.
E il tempo per celebrare.
Cosa dovrei fare con un’ala bloccata?
Che non mi permette di volare.
Sono stata silenziosa troppo a lungo.
Ma non ho dimenticato la melodia,
Perché ogni istante bisbiglio le canzoni del mio cuore
Ricordando a me stessa il giorno in cui romperò la gabbia
Per volare via da questa solitudine
E cantare come una persona malinconica.
Io non sono un debole pioppo
Scosso dal vento
Io sono una donna afgana
E la (mia) sensibilità mi porta a lamentarmi.

Mi hai accolta

Mahbubeh Ebrahimi

 

Con lo schioppo in spalle
Mi hai accolta
Scarruffato e coperto di stracci
Questo non sei tu
Si era deciso
Che un uomo su un cavallo rosso…
Tu invece mi hai messo in testa
Una corona di boccioli di papavero
Fiori rossi?
E farfalle mezze morte
Sono cadute a terra
Lasciami andare
Mi fai paura
Hai nascoste nelle tasche mine
Che uccidono la gente
Hai buttato il tuo cuore in una buca
I tuoi baci hanno la tua voce
Che mi arriva stanca e roca:
Vieni, andiamo a casa.
Se mi baci
Le tue mine saranno disinnescate
I tuoi fucili
I tuoi papaveri
Il tuo bacio
Diverranno bianche colombe
Con un delicato bocciolo nel loro becco.

Magari

Nadia Anjuman

Nadia Anjuman

 

A voi, ragazze isolate del secolo
condottiere silenziose, sconosciute alla gente
voi, sulle cui labbra è morto il sorriso,
voi che siete senza voce in un angolo sperduto, piegate in due,
cariche dei ricordi, nascosti nel mucchio dei rimpianti
se tra i ricordi vedete il sorriso
ditelo:
Non avete più voglia di aprire le labbra,
ma magari tra le nostre lacrime e urla
ogni tanto facevate apparire
la parola meno limpida.

Il flauto

Ziagol Soltani

 

Stanotte liberami dalla verità dello specchio
Chiamami, perché la notte sta per finire, e l’alba è già qui
In questa spiaggia dove ho confinato me stessa
Lascia che io mi riconosca
L’inverno ha lasciato una cicatrice azzurra sulle mie spalle
Invitami alla verde stagione primaverile
Che ne sai della paziente melodia del mio silenzio?
Fammi accordare con il flauto
L’infausto bruciare della fiamma sta scritto sulle ali della falena
Fammi andar via dalla buia moltitudine della creazione
Sono già stata condannata al tormento della segregazione
Stanotte liberami dalla verità dello specchio

Esodo

Zaher Rezai

Zaher Rezai

 

Io che sono così assetato e stanco forse non arriverò fino all’acqua del mare.

Non so ancora quale sogno mi riserverà il destino, ma promettimi, Dio,

che non lascerai passare la primavera