E al piccolo insetto che io sono ho detto «Insetto, detto, vetta, tetta del tempo, Prova, prendi, prendi, spremi, vola, L’amore traversa i t.i zigomi Sulla fosforescente trasparente ala Del Metamorfosato Insetto Kafkiano divora formaggio»
Lo so che non so scrivere versi Ma questo è il mio libro di righine lattine Di birra e allora compatiscimi invisibile Lettore lasciami pasticciare anche Quando ho i postumi & sono senza idee.
Quindi ho visto l’orrore, E ho gridato, «Toglitimi di do sso». L’errorrore mi ha messo osso Per osso in un sacco di terra, Poi mi ha arrostito in forno D’infernocielo nell’alluminio Di Diavolo Dio Gesù , Cioè la Vs. Santa Trinità.
E sono uno straniero infelice contento di scappare per le strade del Messico I miei amici sono morti su di me, le mie amanti svanite, le puttane bandite, il mio letto sbattuto e sollevato dal terremoto – e niente erbasanta per uno sballo a lume di candela e sognare – solo spurghi d’autobus, ventate polverose, e cameriere che mi sbirciano da un buco nella porta segretamente attizzate alla vista degli onanisti fottenti cuscini – Io sono la Gargolla di Nostra Signora che sogna nello spazio sogni di grigia nebbia – Il mio volto è puntato verso Napoleone – io non ho forma – La mia agenda è piena di DEFUNTO non ho valore nel vuoto, in patria senza onore, – Il mio unico amico è un vecchio pederasta senza macchina per scrivere Chi, se è mio amico, lo beccherò nel culo. Mi resta ancora un pò di maionese, tutta un’inutile bottiglia d’olio, contadini mi lavano il lucernaio, un matto si schiarisce la voce nel bagno a fianco cento volte al giorno condividendo il soffitto con me – Se mi ubriaco mi viene sete – se cammino il piede mi cede – se sorrido la mia maschera è una farsa – se piango non sono che un bambino – – se mi ricordo sono bugiardo – se scrivo la scrittura è passata – – se muoio il morire è finito – – se vivo è appena cominciato – – se aspetto l’attesa è più lunga – se vado l’andare è andato – se dormo la beatitudine è pesa – mi pesa sulle palpebre – – se vado a un cinema da poco prezzo mi assalgono le cimici – I costosi non me li posso permettere – se non faccio niente niente fa
America ti ho dato tutto e ora non sono nulla. America nelle tasche ho due dollari e ventisette centesimi, 17 Gennaio 1956. Non sopporto la mia mente. America quando avrà termine la guerra tra gli uomini? America fatti inculare assieme alla tua bomba atomica. Non mi sento bene non stressarmi. Non scriverò il mio poema se prima non cesserà la mia follia. America quando sarai angelica? Quanto scaglierai per terra i tuoi abiti? Quando ti osserverai attraverso la tua tomba? Quando esulterai per la presenza dei tuoi milioni di Trotzkisti? America perché le tue libreria sono piene di lacrime? America quando porterai le tue uova in India? Sono stufo delle tue richieste illogiche. Quando potrò andare al supermarket e comprare ciò di cui ho bisogno con questa mia bella faccia? America dopo tutto te ed io siamo perfetti non il resto del mondo. Il tuo Sistema per me è insopportabile. Tu hai cercato di trasformarmi in un santo. Ci devono essere altri modi per affrontare questi argomenti. Burroughs è a Tangeri io non penso che tornerà indietro è una cosa sinistra. Stai per diventare anche tu di sinistra o è solo una beffa? Cerco di venire al punto. Mi rifiuto di cedere alla mia ossessione. America smettila di torturarmi so cosa sto facendo. America i fiori dei prugni stanno cadendo. Non ho letto i giornali per mesi interi, ogni giorno qualcuno è processato per omicidio. America mi riempio di emozioni pensando ai Wobblies. America ero comunista da ragazzo e non mi dispiace. Fumo marijuana ogni volta che posso. Sono immobile da giorni nella mia casa e fisso le rose nel mio armadio. Quando mi reco a Chinatown bevo sino a star male senza mai riposarmi. La mia testa è fuori controllo forse ci saranno complicazioni. Mi avrai visto mentre leggevo Marx. Il mio psicanalista ritiene che io abbia tutte le rotelle al posto giusto. Non intesserò mai lodi al Signore. Io ho solo visioni mistiche e vibrazioni cosmiche. America ancora non ti ho detto cosa hai fatto a mio zio Max dopo il suo ritorno dalla Russia.
Il peso del mondo è amore. Sotto il fardello di solitudine sotto il fardello dell’insoddisfazione il peso, il peso che portiamo è amore. Chi può negarlo? In sogno ci tocca il corpo, nel pensiero costruisce un miracolo, nell’immaginazione s’angoscia fino a nascer nell’umano s’affaccia dal cuore ardente di purezza – poiché il fardello della vita è amore, ma noi il peso lo portiamo stancamente, e dobbiam trovar riposo tra le braccia dell’amore infine, trovar riposo tra le braccia dell’amore. Non c’è riposo senza amore, né sonno senza sogni d’amore sia matto o gelido ossessionato dagli angeli o macchine, il desiderio finale è amore non può essere amaro non può negare, non può negarsi se negato: il peso è troppo deve dare senza nulla in cambio così come il pensiero si dà in solitudine con tutta la bravura del suo eccesso. I corpi caldi splendono insieme al buio la mano si muove verso il centro della carne, la pelle trema di felicità e l’anima viene gioiosa fino agli occhi sì, sì, questo è quel che volevo, ho sempre voluto, ho sempre voluto, tornare al corpo dove sono nato.
Allen Ginsberg sta morendo È su tutti i giornali tutti i telegiornali della sera un grande poeta sta morendo Ma la sua voce non morirà La sua voce è sulla terra a Lower Mahattan nel suo letto sta morendo Non c’è niente da fare Muore la morte che ognuno muore Muore la morte del poeta Ha un telefono in mano e chiama tutti dal suo letto in Lower Manhattan In tutto il mondo a notte fonda il telefono trilla “Sono Allen” dice la voce “Sono Allen Ginsberg” Quante volte l’hanno sentita nei lunghi nei grandi anni È superfluo che dica Ginsberg In tutto il mondo nel mondo dei poeti c’è un solo Allen “Volevo dirvi” dice Dice loro cosa sta succedendo Cosa sta per scendere su di lui Che la morte, l’oscura amante scende su di lui Via satellite la voce va sulla terra sul Mare del Giappone dove una volta si erse nudo tridente in pugno come un giovane Nettuno giovane barbanera ritto su una spiaggia di pietre c’è l’alta marea e gli uccelli stridono Le onde si rompono su di lui adesso e gli uccelli stridono dolenti Sul lungomare a San Francisco c’è vento forte Marosi spumeggianti fustigano l’Embarcadero Allen è al telefono la sua voce è sulle onde sto leggendo poesia greca C’è dentro il mare E cavalli che piangono I cavalli di Achille che piangono qui lungo il mare a San Francisco dove le onde piangono Emettono un suono sibilante un suono sibillino Allen sussurrano Allen
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