Il premio del deserto

Stelvio Di Spigno

Stelvio Di Spigno

Non troviamo scritto che egli abbia mai
mormorato contro Dio, ma sopportava la fatica
rendendo grazie, per questo Dio lo prese con sé.
Detti dei Padri del deserto, Collezione anonima, 376
Delle pigre montagne lanciate a mormorazione
delle nubi e dei falchi contro la spettrale solitudine,
quelle che vanno da Mercogliano a Fossanova
hanno più da dire, più da parlare intorno al mondo
che in questa similitudine fabbrica stipiti e porte ingannatrici,
grandi messaggi di pietra e di grotte sul dosso dell’aurora:
la più grande vittoria è di chi sa stare in piedi
restare utile nella grande selva di tutti gli io
passati, futuri e venienti,
la tavola appena raccolta sotto il delirio
floreale della casa al mare, anzi sottomarina,
il tutto sparito sotto una coltre di anni abnegati,
i vestiti chiari, il roseo passaggio di venti e barche
sotto il porto turistico e il molo riservato
ai pochi che ancora non sanno cos’è stato
l’urto solenne della vita col suo cono d’ombra,
la sua scomparsa per le mille feritoie del tempo.
(Da Fermata del tempo, Marcos y Marcos, Milano 2015)