Isola – II – I migratori

Serena Dibiase

Serena Dibiase

ogni giorno addomestico l’angoscia smisuro i vizi fumo di più cambio i mobili
la disposizione sul perimetro già corto di questa buca
alcuni si allenano a questo va e vieni io qui segno l’uscio all’oblio
l’unico dio di questa mia libertà
passo dopo passo passa il lavorio della nascita
riposati nel mio modo di abbracciarti sbracciando
quando saremo in alta quota
a esercitare i vuoti d’aria della nostra nostalgia migratoria
ancora non lo sa nessuno ma presto la terrà ghiaccerà
in questa vita e in quella che verrà
torneremo a casa una casa che non è mai stata
(daAmnesia dei vivi, Pequod ed., ’15)