Pasquale Di Palmo
Eccolo mio cugino
che mi cammina a fianco
nella luce ubriaca del primo pomeriggio
e, chissà perché, mi dice: «Lo sai
che quand’eri più giovane
assomigliavi a Pirlo?»
Ecco, l’avevo rimosso
questo particolare,
adesso che non posso
più incontrarti lungo il traffico
patibolare di via Colombo
e accompagnarti in macchina
fino alla stazione
perché, a quasi quarant’anni, non hai la patente
e non sai guidare.
Ma chi sa guidare
la vita che pregiudica la vita,
se perfino la tua compagna
ti punta alla gola, nel sonno,
il coltello più affilato?
Ora che non ti posso
più incontrare vorrei dirti
che non mi eri cugino
che non mi eri fratello.
Assumi, come Pirlo,
le mie sembianze di un tempo.
Rincorriamo nel vento,
felici della nostra infelicità,
la palla immaginaria
che non hai voluto, saputo stoppare.
Da Trittico del distacco (2015)