Sei lontano e a Sud là non sono le quattro chinato sulla sedia sul tavolo del bar nella tua stanza buttato sul tuo letto il tuo o quello di qualcuno che vorrei cancellare sto pensando a te non a chi ti cerca a chi ti vuole accanto, come lo voglio io Sto pensando a te da quasi un’ora o forse mezza non so. Quando andrà via la luce saprò che son le nove spianerò il mio letto indosserò il vestito nero mi liscerò i capelli Andrò a mangiare E’ chiaro.
Amore dall’ombra dal dolore amore ti sto chiamando dal pozzo asfissiante del ricordo senza che nulla giovi né ti attenda. Ti sto chiamando amore come il destino come il sonno come la pace ti sto chiamando con la voce con il corpo con la vita con tutto ciò che ho e che non ho con disperazione con sete con pianto come se tu fossi aria e io affogassi come se tu fossi luce e io morissi. Da una cieca notte da oblio da ore chiuse in solitudine senza lacrime né amore ti sto chiamando come la morte amore come la morte.
Solo come un cane come un cieco un pazzo come una banderuola che gira intorno all’asta solo solo solo come un cane morto come un santo un casto come una mammola come un ufficio di notte chiuso incomunicato non verrà nessuno non verrà più nessuno non penserà nessuno al suo tipo di morte non chiamerà nessuno nessuno ascolterebbe le sue grida di aiuto nessuno nessuno nessuno non importa a nessuno. Come un ufficio o un santo o un palo incomunicato solo come un morto nella sua doppia cassa bussando al coperchio e urlando e a casa i parenti inghiottiscono camomilla e valium e alla fine dormono e a quell’altro la morte gli chiude la bocca tace e muore e la notte tempesta su lui solo come un morto come un cane come come una banderuola che gira intorno all’asta solo solo solo.
quello che presi con la punta delle dita che lasciai che dimenticai che trascinai sul pavimento quell’amore adesso in poche righe che escono dal cassetto è qui continua ad essere continua a parlarmi fa male sanguina ancora.
Succede semplicemente che tutto è finito sono finita anch’io? Una forza un’onesta passione e una voglia una voglia volgare di proseguire nient’altro che questo.
Non c’è nessuna speranza che tutto si sistemi che si calmi il dolore e il mondo si organizzi. Non bisogna illudersi che la vita ordini le sue caotiche esigenze i ciechi gesti suoi. Non ci sarà un finale felice né un bacio interminabile assorto abbandonato che preluda a altri giorni. Nemmeno ci sarà una fresca mattina profumata di giovane primavera per cominciare allegri. Anzi tutto il dolore invaderà di nuovo e non ci sarà cosa libera dalla sua dura macchia. Bisognerà andare avanti continuare a respirare sopportare la luce e maledire il sonno cucinare senza fede fornicare senza passione masticare senza voglia per sempre senza lacrime.
Ormai non sarà ormai no non vivremo uniti, non alleverò tuo figlio non cucirò i tuoi vestiti non ti possederò di notte non ti bacerò prima di uscire non saprai mai chi sono stata perchè altri mi amarono. Non riuscirò mai a sapere perché né come né se era vero quello che dicesti che era né chi sei stato né cosa sono stata per te né come sarebbe stato vivere uniti amarci aspettarci rimanere. Ormai non sono altro che io per sempre e tu ormai per me non sarai che tu. Ormai non sei in un giorno futuro non saprò dove vivi con chi né se ti ricordi. Non mi abbraccerai mai come questa notte mai. Non potrò più toccarti. Non ti vedrò morire.
Quell’amore quello che presi con la punta delle dita che lasciai che dimenticai che trascinai sul pavimento quell’amore adesso in poche righe che escono da un cassetto è qui continua a essere continua a parlarmi fa male sanguina ancora.
Dire no dire no legarmi all’albero maestro ma desiderando che il vento lo rovesci che la sirena salga e con i denti tagli le corde e mi trascini in fondo dicendo no no no ma inseguendola.
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