Kako to razumem? Da brcam v meglo, a se dotikam. Vem, nekaj je, nečesa ni. Pa vendar je lastovka, vrača se vsakič znova in se vsakič znova skozi kopreno obrača k svojim prisluškovalcem. Ker je James Tate Finec, sem lahko Španka s predrobno nogo in drhtečim krilom. In ob vsem tem še nisem nič rekla o ljubezni. Lucija Stupica (JelÏah, 1971), da Decametron. Dieci poeti sloveni contemporanei (Litterae Slovenicae, 2009) –Traduzione di Michele Obit. Niente sull’amore Come lo spiego? Che tiro calci alla nebbia, ma sfioro qualcosa. Lo so, qualcosa c’è e non c’è. E comunque è una rondine, fa ritorno di nuovo e ancora ed ogni volta di nuovo attraverso il velo si volge a chi sta in suo ascolto. Se James Tate è finlandese, io posso essere spagnola con una gamba troppo esile e la gonna tremolante. E in mezzo a tutto questo non ho ancora detto niente sull’amore.
Sol na Jezik Tri zrna soli v usta, na jezik in z jezikom preko zob in ustnic: sol še bližnji smrti podeli okus po ljubezni. Vrzi, vrzi belo sol v morje, naj se k rodni vodi vrne, naj se navzame modrine. Sol se topi, a ne mine. Marko Kravos (Trieste, 1943), daSale sulla lingua /Sol na jezik(ZTT-EST, 2013) Sale sulla lingua
Tre grani di sale in bocca, sulla lingua e sfiorare con la lingua denti e labbra: anche alla devota morte il sale concede gusto d’amore. Getta getta in mare il bianco sale, rendilo alla madre acqua che lo impregni del suo blu. Il sale si scioglie, e non scompare. La poesia Sale sulla lingua /Sol na jezik ha dato nome alla raccolta poetica pubblicata bilingue in sloveno e italiano dalla ZTT-EST di Trieste nel 2013. La trasparenza dei concetti e la dizione essenziale si richiamano alla tradizione letteraria popolare, qualche cenno ripropone legami con la lirica antica greca, il motivo eros thanatos p.es. Ma principalmente gli otto versi esprimono l’inclinazione dell’autore alla percezione sensuale della vita, (bocca, lingua, denti, labbra; senso olfattivo, senso del gusto) privilegiando la sfera emozionale nella costituzione dell’essere uomo, i sentimenti all’intellettualità, il microcosmo quotidiano alla trascendenza macrocosmica. Se è una poesia d’amore oppure una dichiarazione di fiducia panteistica nella vita neppure l’autore Marko Kravos (1943, Trieste) lo sa. (Marko Kravos)
Presunilo me je,da ne vem, v katero smer teče reka mojega rojstnega mesta. Sva sedela na levem ali na desnem bregu, ko sem si želel pridobiti prostor v tvoji postelji in hkrati odvezo za svoje srce? Ti si to vedela. Rekla si: “Nobenih igric. Ljubezen se giblje v skladu s svojo naravo. Kot reka.” Ko si odšla, ti nisem znal določiti smeri. Si šla proti izviru, proti izlivu? Kje naj te iščem… Hočem verjeti, da je sveta nekje konec in da tam vse vode grmijo v brezno, ki nima dna. Peter Semolič (Lubiana, 1967), da filidaquilone.it Ljubjana Mi ha turbato di non sapere in quale senso corre il fiume della mia città natale. Sedevamo sulla riva sinistra o sulla destra quando smaniavo di ottenere un posto nel tuo letto e assieme l’assoluzione per il mio cuore? Tu sapevi tutto questo. Hai detto: “Niente giochetti. L’amore si muove in armonia con la sua natura. Come il fiume”. Quando te ne sei andata, non sapevo stabilire la tua direzione. Andavi verso la fonte, verso la foce? Dove dovrei cercarti… Voglio credere che il mondo finisca da qualche parte e che là tutte le acque precipitino fragorose in un abisso senza fondo.
br>Quando la sera, prima di addormentarmi, domando chi sei e chi ti ha lasciato nella mia casa, sorridi. Sogno grandi porte, come un libro si schiudono nella dimora. Sento la tua voce che risveglia in me segni sconosciuti. Con tutto il corpo mi appoggio alle copertine ma di fronte alla porta sono piccola e debole. Come, piccola e debole, posso preservare il silenzio? Mi risveglio, rivoli di sudore densi, e tu sei ancora qui. Di nuovo ti domando chi sei e chi ti ha lasciato nella mia casa, ma sorridi, sta parlando nel sonno, pensi. Miljana Cunta (1976), da Per metà del cielo (Thauma, 2013) – Traduzione di Michele Obit
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