E’ come una mancanza di respiro

Margherita Guidacci

 

Margherita Guidacci

 

È come una mancanza di respiro
e un senso di morire
quando mi stringe improvviso
il desiderio di te tanto lontano
e nulla può calmarlo, altro pensiero
non può occuparmi, tranne il Paradiso
che sarebbe per me lo starti accanto.
Ma poiché ciò m’è negato, più cara,
molto più cara d’una fredda pace
mi è la stretta indicibile –
quasi marchio di fuoco che proclami
ancora e sempre quanto sono tua.
A nessun costo vorrei separarmi
da questo mio dolore.

Primo autunno di Elisa

Margherita Guidacci

 

Margherita Guidacci

 

Che dirti, amore mio, che dirti?
Che l’uva è vendemmiata
ed ogni succo disfatto in dolcezza?
Che ragnatele di nebbia
hanno striato la terra? Nel bosco
tutte le bacche sono ormai cadute,
rimane il legno bruno e lucido
e l’anno corre alla sua foce
lungo le vene dell’ultima foglia.

Che dirti, amore mio, che dirti?
Le parole hanno un senso
soltanto se le nutre la memoria.
Ma tu non hai ricordo di stagioni,
tanto meno ricordo di ricordi:
sei nuova e fresca, intatta dal declino
che rattrista lo sguardo di tua madre
mentre fissi serena
questo tuo primo autunno.

All’ipotetico lettore

Margherita Guidacci

 

Margherita Guidacci

 

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa’ che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l’affetto nell’addio
non è minore che nell’incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

Se il muro fosse di pietra e non d’aria

Margherita Guidacci

 

Margherita Guidacci

 

Se il muro fosse di pietra e non d’aria,
se attraverso il muro non si toccassero gli alberi,
se le alte sbarre d’ombra che ti rigano l’anima
fossero l’ombra di vere sbarre a cui potersi aggrappare,
se ricordassi lo scatto d’una porta che si chiude
alle tue spalle e il tintinnìo delle chiavi
alla cintura del carceriere che si allontana:
quale sollievo ne avresti nell’orrore!

Perché ciò che si chiude può tornare ad aprirsi,
la rocca più imponente può essere distrutta.
ma dove sei non è porta, e nessuna porta s’aprirà.
E non è muro: nessun muro sarà abbattuto.
le sbarre d’ombra sono le vere sbarre,
non saranno divelte. tu confini con l’aria,
tocchi gli alberi, cogli i fiori, sei libera,
e sei tu stessa la tua prigione che cammina.

Controvento

Elisa Biagini

 

Elisa Biagini

 

Mi rigiro la carta tra le mani,
mi riannodo il respiro nella gola:
guardo le lettere con tutte quelle lame,
come le ombre delle cose poi mai dette.
Faccio buio e dopo accosto il foglio
la tua parola piú scura mi fa luce,
pulsa nel palmo tutto il suo silenzio.
È questo un seme che mai si consuma.
Controvento le parole
sono solo richiami,
saliva che ti torna
in bocca.
I take – no less than skies –
niente di meno del cielo – per me

In piedi sulla soglia

Elisa Biagini

 

Elisa Biagini

 

In piedi, sulla soglia,

il mio occhio nella tua
mano, la tua lingua
sul mio orecchio:
così ci conosciamo,
toccandoci, perché
la pupilla è sgranata
per lo sforzo, le papille
come scartavetrate.

Se l’asse cede, se la
voce affonda,
c’è qui,
nell’aria, la
parola-ramo
che ci tiene.