L’erba

Renzo Paris

Renzo Paris

Trascorro ore di serena entranza
nel fiume di un tempo nascosto
e mi riposo ogni tanto sui clivi,
scherzando con un bambino che emette
gridolii inframmezzati da canti induisti.
Sei l’erba medica su cui mi rotolavo
e ridevo con l’amico robusto
che scansava la fatica del contadino.
Sei il fieno che un giorno in città
scoprii afrodisiaco negli arcaici
fumetti pornografici.
Sei l’erba dei fossi che l’acqua
chiacchierina appena sottende, tutto
ciò che intravedo dentro il fumo
appena inghiottito, il fumo che non
vorremmo mai sprecato. Sei l’erba
poetica di un bardo che si vergognava
di amare gli uomini. Cara erba marina,
era da tempo che non ti tiravo
a me, che non spiavo in te una giornata
autunnale piena di pioggia e di furore.
Plinio Perilli
Melodie della terra. Novecento e natura
Crocetti Editore 1997

Ad alcuni poeti moderni

Pascal D’Angelo

I vostri nomi sono come giganti decapitati
che sanguinano di nero oblio:
siete le fragili voci
l’irriducibile ritmo di bellezza si contorce
sotto gli artigli delle vostre penne.
I vostri occhi sono candele gemelle
che bruciano fiamme di ardente desiderio
issate al sommo altare della Poesia.
Tutto quanto avete cercato di ottenere vi è sfuggito;
avete provato, ma il vostro giorno sta svanendo.
Eppure non addoloratevi.
Molto di ciò che affascina è un nulla che passa
di fronte alla grandezza dell’eternità.
È una minuscola ombra la terra
che barcolla sull’orlo della morte.
La luna è un palpito splendente
nel cuore della notte;
ed effimere son le stelle
nello sguardo lungimirante del Signore.
Dunque non addoloratevi
se le vostre poesie sono come la fredda
tenera erba di una breve estate.
Son pochi i veri fiori.

Notte di San Silvestro

Nino Iacovella

Nino Iacovella

Che dire di questi istanti rimasti
Qualcuno, dopo frutta e caffè
s’appresta ancora dal balcone a combattere,
con i mortaretti, l’elmetto dello champagne
e i cuscini come sacchi di sabbia
Ma senza trincee si scava solo
l’anima dentro, nel profondo dove
permane lo stato di guerra
Come nubi stiamo andando,
traversando crune di questi cieli
imperfetti
Ciò che rimane da fare:
stendersi a letto come se più sangue
in testa potesse diluire i pensieri
Spegnere la luce del soffitto
E accendere il buio
Nino Iacovella (Guardiagrele, 1968), da Latitudini delle braccia(deComporre Edizioni, 2013)

Antiche lontananze

Grazia Di Lisio

Grazia Di Lisio

Torna a abitarmi la paura
nell’isola che mai il vento doma.
Sono quel vento…
nuvola di turbamento.
Tra orme e ombre – segno degli dei –
la tela si sfilaccia a larghe trame
d’antiche lontananze…
S’illivida il pensiero come piuma
che si fa barca in mare. Vibra
in silenzio e lentamente spare.
Mi insegue ovunque la mia terra
e punge d’ingombro un sentimento
nei boschi e nei declivi di olivi
dai contorti fili. Come in un sacro
tempio sembra che all’acqua si leghi
il cielo. E di bellezza m’assale
uno sgomento.
(poesia inedita)

Il giorno resta vuoto

Grazia Di Lisio

Grazia Di Lisio

Il giorno resta vuoto come appeso
al fragile sentiero del pensiero.
Il mondo s’è fermato su una foglia
vaga di sogni stinta è la corolla.
Altro non chiedi del viaggio amaro
che rimembrare la melodia di ieri.
Non i sorrisi mancano ma gli anni
a spalancare impensabili segreti.
Nel dubbio che ogni cosa senza forma
sia guscio morto di bellezza.
(poesia inedita)

in un viavai di indugi e di pensieri

Grazia Di Lisio

Grazia Di Lisio

In un viavai di indugi e di pensieri
liane oscillano della memoria.
in ombra taciturne si passano
parola e filigrane intessono
a una canzone nuova.
Quale filo t’incatena nella valle
oscura? Eri farfalla d’oro.
Brucavi l’erbe in orizzonti estremi-.
Io non ricordo questo vuoto appeso
non ricordo turbamento e peso.
in angoli smarriti
la vita trema come rena sparsa.
Indecisione estrema come seme
d’erba in un cristallo di neve.
Da “Un asciugar di tempo” (Noubs 2014)