Verrà da me il silenzio: il silenzio che entra nelle vesti dei morti. L’istante era povero (abbandonato e ferito) ed i nostri cieli stranieri. Fuggiremo alla ricerca della Rivoluzione, ha gridato il vento, e i nostri ultimi giorni hanno urlato, feriti.
Il filo argentato ha superato l’età nella testa ha portato città, fiumi, villaggi, acque secche dormono sotto la testa. E tutto è così tra le città belle e le città distrutte Ho sognato per esser patria tua e mia ma tu hai trovato città senza terra piantagioni senza contadino ma io sogno per esser terra e terreno nei miei sogni e tuoi sogni anni sono passati nella mia testa filo di argento tu sei il mio bel campo perché ho chiuso gli occhi per vederti nella malinconia lieta. Ho chiuso gli occhi per non veder contadini nudi senza terra. Ho chiuso gli occhi per non vedere i pescatori quando non cantano l’acqua quante volte ho chiuso gli occhi per non vedere una palma sotto la quale dormono i pastori feriti senza stanchezza io sono stanco senza stanchezza io sono estraneo con le donne che mi hanno amato sono estraneo sono estraneo con me stesso estraneo se sogno estraneo se mi sveglio il cielo vasto la terra senza confini tu sei il cielo senza terra, e le tue stelle sono d’argento e il filo argentato cresce ancora nella mia testa straniero è nella terra felice ma quante volte ho chiuso i miei occhi per vederti vicino ma tu sei tu io son io fili di argento per i miei capelli e nessuno mi vede questo per me resta
Non è più sul fiume non è in città non è sulla carta il ponte che era il ponte che eravamo abituati ad attraversare il ponte l’ha gettato nel fiume la guerra come una signora la sua gemma azzurra da sopra il Titanic.
Sin dal mattino sveglia le sirene invia ovunque ambulanze scaglia corpi nell’aria passa barelle ai feriti richiama la pioggia dagli occhi delle madri scava nel terreno dissotterra molte cose dalle macerie alcune luccicanti e senza vita altre pallide e ancora vibranti.
Suscita più interrogativi nelle menti dei bambini. Intrattiene gli dei lanciando missili e proiettili in cielo.
Pianta mine nei campi semina buche e vuoti d’aria sollecita le famiglie a emigrare affianca i sacerdoti quando maledicono il diavolo (disgraziato, la sua mano è ancora infuocata. Brucia.)
La guerra è inarrestabile, giorno e notte. Ispira i lunghi discorsi dei tiranni conferisce medaglie ai generali e argomenti ai poeti.
Contribuisce all’industria di arti artificiali fornisce cibo alle mosche aggiunge pagine ai libri di storia mette sullo stesso piano vittima e assassino. Insegna agli innamorati come si scrivono le lettere insegna alle ragazze ad aspettare riempie i giornali di storie e fotografie fa rullare ogni anno i tamburi per festeggiare costruisce nuove case per gli orfani tiene occupati i costruttori di bare dà pacche sulle spalle ai becchini sorride davanti al capo.
La guerra lavora molto non ha simili ma nessuno la loda.
È soltanto una pedina salta sempre nella casella opposta non si volta a destra né a sinistra non si guarda indietro è mossa da una regina demente che attraversa la scacchiera in lungo e in largo e non si stanca di portare bandiere e insultare gli alfieri È soltanto una regina mossa da un re sventato che conta i quadrati ogni giorno sostenendo che sono di meno e prepara torri e cavalli sognando un accanito rivale È soltanto un re mosso da un abile giocatore che si rompe la testa e perde il suo tempo in una partita infinita È soltanto un giocatore mosso da una vita vuota in bianco e nero È soltanto una vita mossa da un dio confuso che un giorno ha provato a giocare con l’argilla È soltanto un dio che non sa come uscire dal guaio in cui si è cacciato.
La donna capovolge la tazza tra le lettere spegne le luci a parte una candela poggia il dito sulla tazza ripete parole come formula magica Spirito… se ci sei rispondi sì La tazza si sposta verso destra per dire – sì – – sei veramente lo spirito di mio marito che è stato ucciso? la tazza si sposta verso destra per dire – sì – – perché mi hai lasciato così presto? la tazza indica le lettere: n o n d i p e n d e d a m e – perché non sei scappato? la tazza indica le lettere: s o n o s c a p p a t o – e come ti hanno ucciso allora? la tazza indica le lettere: a l l e s p a l l e – che faccio di tutta la mia solitudine? la tazza non si muove – mi manchi la tazza non si muove – mi ami? la tazza si sposta verso destra per dire – sì – – posso farti restare qui? la tazza si sposta verso sinistra per dire – no – – vengo con te? la tazza si sposta verso sinistra – ci saranno cambiamenti nella nostra vita? la tazza si sposta verso destra – quando? la tazza indica 1996 – stai bene? la tazza – dopo un attimo di esitazione – si sposta verso destra – che mi consigli di fare? s c a p p a – per andare dove? la tazza non si muove – ci sarà un’altra disgrazia? la tazza non si muove – che raccomandazione mi lasci? la tazza indica una successione di lettere senza senso – ti sei stancato di rispondere? la tazza si sposta verso sinistra – posso farti ancora domande? la tazza non si muove dopo un attimo di silenzio – la donna balbetta: Spirito… vai in pace poi chiama il figlio che è in giardino a catturare insetti con un elmetto forato.
Quando ho messo piede sulla luna tutto mi diceva che c’eri anche tu: il peso più leggero l’assenza di gravità i battiti accelerati la testa presa da quotidiani giramenti la scomparsa di ogni sorta di ricordi la Terra fuori posto e queste orme sulla luna tutto è segno di te.
È soltanto una regina mossa da un re sventato che conta i quadrati ogni giorbno sostenendo che sono di meno e prepara torri e cavalli sognando un accanito rivale È soltanto un re mosso da un abile giocatore che si rompe la testa e perde il suo tempo in una partita infinita È soltanto un giocatore mosso da una vita vuota in bianco e nero È soltanto una vita mossa da un dio confuso che un giorno ha provato a giocare con l’argilla È soltanto un dio che non sa come uscire dal guaio in cui si è cacciato.
Che fortuna! Finalmente ha trovato le ossa di lui c’è anche il cranio nel sacco il sacco in mano a lei somiglia ad altri sacchi in altre mani tremanti le ossa di lui a migliaia di ossa nella fossa comune il cranio non somiglia a nessun altro cranio occhi o fori con cui ha visto più del dovuto orecchie in cui è passata una musica con una storia speciale solo per lui, naso che non ha conosciuto aria pura bocca aperta come una voragine non era così quando l’ha baciata là serenamente fuori da questo luogo assordante di crani e ossa e terra luogo dissepolto di domande: che senso ha morire di tutta questa morte in un luogo in cui la tenebra suona tutto questo silenzio incontrare ora i tuoi cari attraverso tutte queste cavità restituire a tua madre in morte il pugno di ossa che ti aveva dato in nascita andartene senza certificato di morte né di nascita perché il dittatore non rilascia la fattura quando ti prende la vita il dittatore ha un cuore e anche un cranio un cranio enorme che non somiglia a nessun altro cranio è l’unico che riesce a risolvere il problema moltiplica la morte per milioni e ottiene la patria il dittatore è il regista di una grande tragedia ha anche un pubblico un pubblico che applaude un applauso che scuote le ossa nel sacco il sacco pieno in mano finalmente non come la vicina che – sfortunata – non ha ancora trovato il suo sacco.
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