Alla quale devo l’impulso di piacere Che mi desta i sensi nelle nostre ore di veglia E il ritmo che governa il riposo delle nostre ore di sonno, il respiro all’unisono
Di amanti i cui corpi odorano l’uno dell’altro Che pensano gli stessi pensieri senza necessità di parole E balbettano le stesse parole senza necessità di senso.
Nessun ostinato vento d’inverno potrà gelare Nessun cupo sole tropicale potrà inaridire Le rose nel roseto che è nostro, nostro soltanto.
Ma questa dedica è perché altri la leggano: parole private che ti sono rivolte in pubblico.
Oggi che ho iniziato la giornata tornandoti sott’occhio e mi hai trovato bene e ti ho trovato ancora più bella adesso che finalmente è abbastanza chiaro dove sei e dove sono
Per la prima volta so che avrò la forza di costruire con te un’amicizia così sottile che dal vicino territorio dell’amore questo disperato inizieranno a guardarci con invidia e finiranno per organizzare escursioni per venire a chiederci come facciamo.
Mi piacciono le calze che rassodano le tue gambe. Mi piace il busto che sostiene il tuo corpo tremante le tue rughe i tuoi seni ballonzolanti la tua aria affamata la tua vecchiaia contro il mio corpo teso la tua vergogna davanti ai miei occhi che sanno tutto I tuoi vestiti che odorano del tuo corpo marcio. Tutto questo alla fine mi vendica. Degli uomini che non hanno voluto saperne di me Vuoi il mio ventre per nutrirti vuoi i miei capelli per sfamarti vuoi le mie reni i miei seni la mia testa rasata vuoi che muoia lentamente lentamente che mormori morendo parole infantili. (…) Voglio mostrami nuda ai tuoi occhi melodiosi. Voglio che tu mi veda mentre urlo di piacere. Che le mie membra piegate sotto un carico troppo pesante ti spingano a gesti blasfemi. Con i capelli lisci della mi testa offerta rimangano sospesi alle tue unghie ricurve di furore. Che ti tenga in piedi cieco e devoto Guardando dall’alto il mio corpo spiumato. Ti piace dormire nel nostro letto disfatto non ti disgustano i nostri antichi sudori le lenzuola sporche di sogni dimenticati le nostre grida che risuonano nella camera buia tutto questo esalta il tuo corpo affamato la tua brutta faccia alla fine s’illumina perché i nostri desideri di ieri sono i tuoi sogni di domani
Che i miei seni ti provochino Voglio la tua furia Voglio vedere i tuoi occhi appesantirsi Le tue guance sbiancare incavandosi. Voglio i tuoi brividi. Devi esplodere tra le mie cosce I miei desideri vanno esauditi sul terreno fertile Del tuo corpo senza pudore.
Le cieche macchinazioni delle tue mani Sui miei seni frementi I lenti movimenti della tua lingua paralizzata Nelle mie orecchie patetiche Tutta la mia bellezza annegata nei tuoi occhi senza pupille La morte nel tuo ventre che si nutre del mio cervello Tutto questo fa di me una strana signorina.
Chiamami col mio ultimo nome. Appendi i miei vestiti ai pianeti alle stelle. Che le mie gambe senza uscita marcino sulla terra Seminando la mia disperazione nei cuori degli animali Che le mie ultime risposte suonino come rintocchi Per invitare gli uomini all’assoluzione.
Voglio mostrarmi nuda ai tuoi occhi cantanti. Voglio che tu mi veda gridare dal piacere. Che le mie membra piegate sotto un peso troppo greve Ti spingano ad atti empi. Che i capelli lisci della mia testa offerta S’impiglino alle tue unghie incurvate dal furore. Che tu rimanga in piedi cieco e credente Guardando dall’alto il mio corpo spiumato.
Piove e il mare si lamenta I morti piangono senza tregua senza ragione senza fazzoletti Gli alberi si stagliano contro il cielo viaggiatore Esibendo i loro membri ispidi agli angeli e agli uccelli Perché piove e il vento tace Le gocce folli pennate di sporcizia Scacciano i gatti nelle strade E l’odore vischioso del tuo nome si sparge sul cemento dei marciapiedi Piove mio amore sull’erba spianata Dove i nostri corpi distesi hanno gioiosamente germogliato Per tutta l’estate Piove oh madre mia e anche tu non puoi farci niente Perché l’inverno avanza solitario sulla distesa delle spiagge E Dio ha dimenticato di chiudere il rubinetto
Nuoterò verso te Attraverso lo spazio profondo Sconfinato Acida come un bocciolo di rosa Ti troverò uomo senza freno Magro sommerso dal fango Santo dell’ultima ora E tu farai di me il tuo letto e il tuo pane La tua Gerusalemme
Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca raccontami della giovinezza dei fiumi premi la mia lingua contro il tuo occhio di vetro lasciami fare il nido nella tua gamba e poi dormiamo, fratello mio, perché i nostri baci muoiono più in fretta della notte. C’è del sangue nel giallo dell’uovo C’è dell’acqua sulla piaga della luna C’è dello sperma sul pistillo della rosa C’è un dio in chiesa che canta e sbadiglia Non ci sono parole soltanto dei peli sull’aridità del mondo dove i miei seni sono re e non ci sono gesti soltanto la mia pelle e le formiche che brulicano tra le mie gambe oleose indossano le maschere del silenzio mentre lavorano. Viene poi la notte e la sua estasi e il mio corpo profondo, questo polipo spensierato, ingoia il tuo sesso agitato mentre gli ridà la vita. Un nido di viscere sull’albero secco del tuo sesso. Un nero cipresso piantato nell’eternità fa la veglia ai morti che nutrono le sue radici. Due ladri crocifissi su costole d’agnello se la ridono del terzo che, a missione compiuta, divora la sua croce di carne arrostita. Il nero mi circonda salvatemi gli occhi aperti sulla vuota disperazione degli orizzonti marittimi mi scoppiano nella testa salvatemi i pipistrelli dai corpi ammuffiti che vivono nei cervelli seviziati dei monaci s’attaccano alla mia lingua molle la mia lingua gialla di donna accorta. Salvatemi, voi che capite e i vostri giorni saranno moltiplicati. Malgrado i peccati che non vi saranno perdonati. Malgrado lo spessore della notte nelle vostre bocche. Malgrado i vostri bambini iniziati al male. Malgrado i vostri letti.
La piu grande biblioteca online di poesie in italiano