Dopo la guerra ci costruiamo la casa

Josip Osti

Josip Osti

Dopo la guerra costruiamo una casa…Dopo
un’altra guerra, durante la quale molti son
rimasti senza tetto sopra la testa, costruiamo
la casa e sistemiamo il giardino attorno ad essa.
La costruiamo simile al guscio della chiocciola,
piccola e bella ma per due. Impariamo dalle
rondini. Chiediamo consigli al vento e alla pioggia.
La costruiamo con le mani che sanno di terra,
nella quale ritorna tutto ciò che da essa è cresciuto.
Con le mani che si toccano teneramente e stanche
scoppiano a ridere come il fiore di sambuco. Ci aiutano
la pietra e l’acqua che uniamo al profumo di lavanda
e a immagini oniriche … Dopo la guerra costruiamo
la casa … Per due corpi che giaceranno nel letto
come sotto un melo fiorito, e per due anime
che passeggeranno dentro placidamente, così
come oggi vaga dentro l’anima della vecchina
che è vissuta e morta tra le sue mura … Costruiamo
muretti che ci separeranno dalla crudele realtà,
e scale che ci condurranno oltre le cose note, dove
giungono solo coloro che si vogliono bene … Dopo
la guerra costruiamo la casa … Giorno e notte,
anche se ci rendiamo conto che stiamo costruendo
le macerie di domani.
(Traduzione diJolka Milic)

L’incubo

Abdulah Sidran

Abdulah Sidran

L’incubo
Che stai facendo, figlio?
Sogno, madre mia, sogno che sto cantando,
e tu mi chiedi, nel sogno: che stai facendo, figlio?
Cosa canti nel sogno, o figlio?
canto, madre mia, che avevo una casa.
E adesso la casa non ce l’ho. Questo canto, madre mia.
Avevo la mia voce, o madre, e la mia lingua avevo.
E ora non ho né voce né lingua.
Con la voce che non ho, nella lingua che non ho,
dalla casa che non ho, io canto la mia canzone, o madre.
(Traduzione di Silvio Ferrari e Nadira Šehović)

Planeta Sarajevo

Abdulah Sidran

Abdulah Sidran

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Ascoltate
come respira
il pianeta Sarajevo
Ascoltate
come piange la Ragazza:
“Morte, non mi prendere!”
Quante volte
piangendo
abbiamo detto
le nostre ardenti preghiere per la pace?
Se ne infischia la Morte della lacrima della ragazza,
se ne infischia la Morte delle preghiere dell’uomo.
Ascoltate
come respira
il pianeta Sarajevo.
Guardate
come fiorisce
il pianeta Sarajevo!
Non sentite
come inesorabilmente scorre
il sangue nelle sue vene?
La gente, guarda, va
a curarsi i denti.
Alcuni, vedi, portano
i bambini a tagliarsi i capelli.
Guarda, la gente va
a comprarsi i giornali.
Quello, guarda,
alleva colombi!
Quello, guardalo,
non riesce a vivere
senza le parole crociate.
Guarda
come si muovono gli uomini
immersi nel lavoro!
Guarda come sono invecchiati
soltanto in una notte!
Cos’è che, tutt’a un tratto,
li ha resi tutti più belli?
Sul pianeta Sarajevo,
ho visto un uomo,
fuma la pipa – e si affretta!
Ho visto,
sul pianeta Sarajevo,
un uomo che mangia – e piange!
Ho visto una ragazzina
sul pianeta Sarajevo,
nel parco che non c’è,
raccoglie fiori – che non ci sono!
La morte è un solido falciatore,
è inutile la lacrima della ragazza,
è vana ogni
preghiera per la pace!
Nell’universo
– che si chiama Bosnia –
c’è una ragazzina,
con la mano che non ha,
raccoglie i fiori che non ci sono!
Questa non è guerra
– in guerra, dappertutto, ci sono dei fiori –
questa è Lotta dalle Origini!
Nella quale si battono due principi
– dalle Origini
fino al giorno del Giudizio –
il principio del Bene
e il principio del Male!
Possa non cessare mai
la lotta fra Bene e Male!
Può forse scomparire
dal mondo il Bene?
E la Ragazza
mettersi a baciare la mano
del Falciatore Mortifero?
Non sentite come piange:
”Morte, non mi prendere!”?
Non piangere ragazza,
non piangere, figlia bella!
Mai e poi mai
potrà cessare
la lotta fra Bene e Male.
(Traduzione di Silvio Ferrari e Nadira Šehović)