Youcef Mérahi
Il poema possibile
Ad ogni appello del suicidio
Ad ogni questione del passato
La parola riconquistata
La madre riconosciuta
La mia pelle bianca
Il mio verbo pagano
Dio è in tutti i cuori?
Il poema possibile
Ad ogni appello del suicidio
Ad ogni questione del passato
La parola riconquistata
La madre riconosciuta
La mia pelle bianca
Il mio verbo pagano
Dio è in tutti i cuori?
Cantare la fonte
di queste lacrime
Oh così rassicuranti,
appannaggio di coloro i quali
sperano un giorno
di ricavare la felicità
dalla pietraia.
Cantare il passaggio
di questo sguardo estraneo
illuminato di mille riflessi,
sguardo che si abbassa
sotto il peso di tutti i suoi fiotti
di mendicità.
Cantare l’infallibile sogno
fra quattro mura viscide,
l’infallibile chiarore ritrovato
nell’oceano di sgomento
nella solitudine plurale.
Cantare il poeta
dalle palpebre ricucite,
dal sorriso smembrato,
mutilato del potere delle sue parole.
Cantare di essere più numerosi a gemere,
a serrare i denti
contro questo corpo imponente
indesiderabile per il suo voler impedire
l’infernale melodia dei lamenti.
Esser lì, tutti insieme
a cantare la terribile avventura
l’incredibile ballata
al di là dei cuori
Poi… poi distendermi finalmente
vicino al mio corpo e gridare con tutta la forza
del mio pianto, la mia ultima canzone!..
Dalla miseria degli uomini
Nascono giuste rivolte
E dalla panoplia di parole lucide
Si erge una filza di soli
Attendo gli occhi alle prese con l’orizzonte
finirò mai di attendere perché ci sono queste formiche
che mi scarnano i piedi per costringermi
ad andare via queste vespe volano a raso
del mio viso impassibile in reiterate incursioni
il mio orizzonte è fatto solo di queste ombre fruscianti
ai venti e che lacerano i rovi l’essere immerso
nell’assenza e le formiche si danno un bel dafare a scarnificarmii piedi le vespe a prendermi per il loro nido
attendo c’è la tua immagine viva che ondeggia fra
i miei occhi come una farfalla che avanza pretese su
un fiore adesso le vespe suonano una melodia
et le formiche danzano sulle foglie morte
prorompere
poi sgocciolare
lungo i muri dei palazzoni
Invadere la strada
per spezzarne la noia
innaffiare l’asfalto
per farvi sbocciare
Il garofano
Fondere per rinascere
Nuovo nel mondo color “terra”
Abbasso la geometria!
Sempre dritto, non c’è nulla,
Dovunque c’è la vita
che piange i propri amici morti
su un letto di sapere.
L’amore giace accanto a lei
Con gli occhi stravolti,
nella sua mente un ricordo;
quello di un vero abbraccio
quello d’un incendio sterile
quello di un bambino nato morto
che non vuole morire
Questi campi, questi ruscelli…
sono troppo belli,
non posso separarmene!
E si alza
E se ne va
E la vede
L’abbraccia
L’amore sorride
e tutto si spegne
Il mio dolore:
CIRCONCISIONE.
Le mie punizioni
LA SCUOLA.
Le mie scappate:
IL GIARDINO PUBBLICO.
La mia paura:
IL TRIBUNALE.
Le mie angosce:
MIA MADRE.
Le mie gioie:
IL CINEMA.
Le mie sofferenze:
L’ALLOGGIO.
I miei dispiaceri:
LEI.
Le mie debolezze:
I SENTIMENTI
SENTIMENTI
SENTIMENTI
SENTILAIDO
Il mio paese sorride ai turisti
Algeri la Bianca riposa in pace
vanno e vengono i carri di polizia
la lebbra del cuore è ben difesa
Chi dunque griderà
il miele amaro degli alveari
i corpi all’addiaccio
i poveri che barano col freddo
Bella pelle di arancia dolce
e denti di fresco mattino
la miseria inganna
non fidatevi di tanta bellezza
Qui si muore in silenzio
senza orma sotto il sole.
E ora canteremo l’amore
perché non c’è Rivoluzione senza Amore
né mattino senza sorriso.
La bellezza sulle nostre labbra è un canto eterno.
E’ ora di cantare il corpo senza fine rinnovato della donna,
la mano dell’amico,
il profilo come uno scritto sullo spazio
di tutte queste viandanti e di questi viandanti
che danno al nostro cammino la sua vera luce,
al nostro cuore il suo slancio.
Tu pensi di essere vivo, perché respiri?
Vergognati, sei vivo in un modo così limitato.
Non vivere senza Amore, così non ti sentirai morto.
Muori per Amore e rimani in vita per sempre
Nella generosità e nell’aiuto degli altri sii come un fiume.
Nella compassione e nella grazia sii come il sole.
Nel nascondere le mancanze altrui sii come la notte.
Nell’ira e nella furia sii come la morte.
Nella modestia e nell’umiltà sii come la terra.
Nella tolleranza sii come il mare.
Esisti come sei oppure sii come appari.