Anonimo
Tra me e te una piccola finestra,
grande quanto un bicchiere,
restano tra noi le nostre parole, che c’entra la gente?
La fama è come piombo:
quand’è fuso, si perd
Tra me e te una piccola finestra,
grande quanto un bicchiere,
restano tra noi le nostre parole, che c’entra la gente?
La fama è come piombo:
quand’è fuso, si perd
Tu pensi di essere vivo, perché respiri?
Vergognati, sei vivo in un modo così limitato.
Non vivere senza Amore, così non ti sentirai morto.
Muori per Amore e rimani in vita per sempre
Nella generosità e nell’aiuto degli altri sii come un fiume.
Nella compassione e nella grazia sii come il sole.
Nel nascondere le mancanze altrui sii come la notte.
Nell’ira e nella furia sii come la morte.
Nella modestia e nell’umiltà sii come la terra.
Nella tolleranza sii come il mare.
Esisti come sei oppure sii come appari.
Da qui e ora,
a Tahar Djaout: Che cosa scrivere
che non sia indecente?
la bestia
ignobile
guadagna
terreno
insensibilmente
subdolamente
in una lenta molto lenta
avanzata desertica
mangiucchia
ogni giorno
un po’ di spazio
di libertà
in cerchi
concentrici
si avvicina
al focolare
la notte
lancia
le sue frecce
avvelenate
senza rumore
le
proietta
come lucciole
a favore della notte
si sgranchisce & all’interno
dei nostri organi vitali
depone il suo verme che
repentinamente
meccanicamente
si mette a rosicchiare
dolcemente ma sicuramente
è così
che la bestia inqualificabile
– unitamente al deserto –
guadagna lentamente terreno
Passava un giovane, un ramo scuro tra le mani.
La shashia cadeva bene sulla fronte, la veste era splendente.
I figli miei e lo sposo lascerei per lui
la mia città abbandonerei
fino a esser estranea alla mia gente.
Oh moro, dolce moro, che grazia il tuo vestito,
tu sei tra i gelsomini e rivaleggi coi narcisi.
Per te m’hanno schernito e in seguito invidiato.
Tu sei l’anello d’oro, io la gemma che l’adorna
per contendere il tuo cuore a lottare sono pronta.
L’amore è in casa nostra, l’amore ci alleva.
L’acqua del pozzo dolce, l’amore solleva.
Apre come il basilico, l’amore i suoi rami.
Non asservito al sultano e neppure al qadi.
Un’ idea da due soldi
un tratto di penna solo per ridere
ragionare col pilpul
cercare il pelo nell’uovo
oppure per importunare
la stupidità l’oscurità
per rendere strampalate
le credenze medievali
– una pioggia di pallottole
d’acciaio come risposta
per far fuori un uomo
una donna una semplice idea
per cancellare un tratto maldestro
dio non è
sproporzionato
pagato a caro prezzo
Il viaggiatore è come un cielo
Che il vuoto non riempie mai
Contro la sua barca onde
Rotolano i loro destini
Come uccelli sfiorano
Le linee curve del sole
Le pareti del cielo
Perciò il Viaggiatore
Sarebbe un’onda – direbbe l’uccello
Un volatile – risponderebbe la schiuma
Ma il Viaggiatore muta
Ecco perché è il vuoto
E ancora il cielo che il vuoto non riempie mai (Il viaggiatore è come un cielo, Versetti per un viaggiatore
Il poema possibile
Ad ogni appello del suicidio
Ad ogni questione del passato
La parola riconquistata
La madre riconosciuta
La mia pelle bianca
Il mio verbo pagano
Dio è in tutti i cuori?
Il mio dolore:
CIRCONCISIONE.
Le mie punizioni
LA SCUOLA.
Le mie scappate:
IL GIARDINO PUBBLICO.
La mia paura:
IL TRIBUNALE.
Le mie angosce:
MIA MADRE.
Le mie gioie:
IL CINEMA.
Le mie sofferenze:
L’ALLOGGIO.
I miei dispiaceri:
LEI.
Le mie debolezze:
I SENTIMENTI
SENTIMENTI
SENTIMENTI
SENTILAIDO