ti ricordi quando pensavi fosse un assassino

Nicola Bultrini

Nicola Bultrini

Ti ricordi quando pensavi fosse un assassino
l’uomo al tavolo di fronte, la pelle piena di tatuaggi
la voce roca, una sigaretta poi l’altra.
Mi accarezzavi il braccio
e intanto lo guardavi di nascosto.
Lui sussurrava ai commensali
lo sguardo chino sul piatto. Poi
all’improvviso ti guardò ridendo
indicando una figura sulla sua spalla,
ti piace?
Ti vergognasti e lui tornò ai compagni.
Parlavano di turni, di squadre del cantiere
delle famiglie che andavano in vacanza.
E’ gente che lavora, figlio mio, che si fa
in quattro, lo vedi dalle mani, gonfie
scheggiate, bianche di calce sotto le unghie
e ruvide come carta vetrata.
La vita a volte è più semplice di noi
più trasparente.
da LA SPECIE DOMINANTE (Aragno, 2014)