Ance in un secondo ci sono innumerevoli Io

Mo Mo

 

Io accovaccio un io

Io cammino un io

Io mi stringo la mano un io

Io appena apro la bocca un io

Io appena chiudo gli occhi un io

Dall’irto precipizio di un secondo schizzano sempre innumerevoli io

Proprio come un fiore è diverso da quello accanto

Come sono diversi due alberi legati da un’altalena

Come è ingombra di miraggi la cavità dell’universo

Quando ti amo un io

Quando da te sono amato un altro io

Proprio come passandoci sopra la mano

I capelli a sinistra radi a destra folti

Stempiato, un antico fiume disseccato

Ventitre anni, i segreti del carattere interamente svelati

Forse scuro, forse brillante

Io strato a strato mi lancio dietro le nuvole

Io messo in abbagliante rilievo da infiniti io

Davanti allo specchio non riconosco me stesso

A mani giunte rifletto, ancor più fiore caduto nella corrente