Brest

Mario Benedetti

Mario Benedetti

Il colore delle barche scendendo tra i depuratori di Le Hildy.
Le poche nuvole, i gabbiani che bevono l’acqua sporca oltre le reti.
Il colore delle barche
cerca di costruire le sue ragioni anche per me che soltanto le guardo:
pescatori con le proprie barche, colori di qui, di Pont-Aven.
Vado per poter venire un po’ più vicino al niente
sulla spiaggia che va e che viene, e stare come fanno a cercare qualcosa:
bucano la sabbia con le pompe, hanno il secchio per i granchi.
Si va molto avanti, si intravede Place de la République, alta
con gli alberi-hotel per le ragazze venute da Ploudalmézeau.
E una ragazza appoggiata al cemento della postazione militare,
figlia della dea dai capelli di erba della lunga costa.
Il vento graffia le case scrostate,
qualcuno le bagna nel silenzio. Ore di vento.
Di sera le scogliere di Crozon sono una bianca nave leggendaria
come il pensiero che si alza dal libro della Légende de la Mort
sul muro chiaro della stanza: povere cose messe nell’aria prima di dormire.