Maria Attanasio
Amore mio -pagina scritta anemico testo di poesia-
ci provo a dirti come stanno le cose. Che stanno malissimo.
Nostro figlio a dieci anni ricoverato nel reparto incurabili,
e l’amico tuo -il filosofo del pensiero forte-
promuove filosofie in televendita.
Una scrittura disobbediente devia fiumi e petroliere
scavando crepe tra gli zigomi e il mento
omologando ai mercati la torre di Babele.
E umani rottamati a fini produttivi.
Ogni tanto di notte sento un fiotto di grida che proviene dal mare
-un clandestino mi dico sta annegando-
tappo finestre e tivù mi chiudo ermetica tra i segni
aspettando che si faccia giorno, ma sogno martelli
coltelli da cucina punteruoli in questa veglia sbieca di morenti.
Un’ultima cosa, risibile se vuoi,
i negativi delle foto li ho persi nel trasloco,
e non li ho più trovati intelletto e verità.
Esposte a scarpe chiodate al gelo dei mattoni
le nostre figure di passione.
da IL ROSSO E NERO VERSO
(ed. Il Faggio, Milano 2007)