Marcello Comitini
Una ragazza dagli occhi neri e lucidi
tiene per mano il vecchio che le cammina a fianco
strascicando attento i suoi ricordi.
Tiene una sedia ripiegata sottobraccio
come un libro chiuso nell’attesa di una sosta.
Un bastone regge i passi lenti
lungo la strada dove nessuna voce grida,
dove dalle fessure di serrande alle finestre
gli occhi delle case guardano nel vuoto
storie di uomini smarritesi negli anni.
La ragazza poggia in un angolo la sedia
la dispiega al sole e lentamente il vecchio
siede e narra.
Legge tra le pagine del libro, sfoglia con stupore
immagini invisibili
scandisce con i gesti i giorni andati e il tempo.
Le parole, vibrano come api intorno al miele dei ricordi,
scorrono nell’aria, le inseguono le mani
ne disegnano i contorni, le trattengono.
nel timore di perderle nel nulla.
Terse, tiepide, rotonde volano sulle labbra alla ragazza,
le lasciano il sapore di un mondo sconosciuto
e tracce misteriose d’una felicità raggiunta.
Lei serra occhi e labbra, le ripete sorridendo,
vede all’improvviso la propria giovinezza
infrangersi nel fuoco del tramonto che le sta d’innanzi.