Trilogia delle cose perdute III.

Gabriela Fantato

Gabriela Fantato

 

Era la neve a disegnare la casa
senza confini, senza tetto e le porte,
infinito il gioco a nascondino
dove si perde la memoria.
Il sole diceva l’ora di tornare
e l’abbraccio faceva
dolce la fine del giorno.

Adesso si può solo scendere giù,
dove la zolla è più dura,
dove le voci tengono aperta
la mano del tempo che accoglie i resti.
Là sotto cresce sempre l’erba
e le risate sono larghe,
enormi sotto il cemento.
Da L’estinzione del lupo, Empiria, Roma, 2012,
pref. Elio Pecora