Francesco Dalessandro
del mattutino dolo stella, maligna
e sola ancora brilli quando il primo
raggio invade la penombra e nella stanza
alligna come la vite che nell’imo suolo
alla nemica sua cugina edera viva acqua
d’amore e luce di speranza contende o rade
tardive rose nell’aiuola e nel giardino
al sole appena tiepido aperte proclive
alla passione dei sereni ultimi giorni
di maggio: nel maggiore anniversario chiara
la beltà ne godranno le tue assorte
pupille e arse lo sguardo l’interna
pena che prepara la loro vespertina
pudica morte avvertirà nel raggio
che le avvolge e dora, vita che si arrende
all’amore e alla realtà della sua santa
consumazione