Unione

FORUGH FARROKHZĀD

FORUGH FARROKHZĀD

 

Queste oscure pupille, oh
Questi miei semplici Sufi eremiti
Nel rapimento della danza rituale degli occhi di lui
Erano in estasi
Vidi ondeggiare
Su di me interamente
Come la vampa rossastra del fuoco
Come il riflesso dell’acqua
Come una nube convulsa di pioggia
Come un cielo accaldato dal respiro dell’estive stagioni.
Fino all’illimitato
Fino al di là della vita
Era disteso lui
Vidi nel soffiare delle sue mani
La corporeità del mio essere
Dissolversi.
Vidi il suo cuore
Con quella incantevole risonanza vagante
Rimbombare pieno nel mio cuore
L’ora volò via
La tenda se ne andò col vento
L’avevo stretto a me
Nell’aureola focosa
Avrei voluto dire qualcosa
Però, oh meraviglia!
Il folto delle sue ciglia ombreggianti
Come le frange della tenda di seta
Fluirono dal fondo della tenebra
Lungo l’esteso inguine del desiderio
E quella convulsione
Quella convulsione contaminata di morte
Fino alla mia profondità perduta
Mi vidi liberare
Mi vidi liberare
Vidi la mia pelle spaccarsi pel dilatare dell’amore
Vidi il mio volume ardente
Liquefarsi
E versarsi, versarsi, versarsi
Nella luna, la luna adagiata nel concavo, l’opaca luna perturbata
Avevamo pianto l’uno nell’altro
L’uno nell’altro tutto l’attimo ineffabile dell’unione
Follemente avevamo vissuto