Fabrizio Bregoli
Corridoi, voi non sapete il profumo
il tenero abisso dei detersivi
la dolce narcosi di dense schiume
le teche immobili rosso brillanti
le trasparenze rosee del tonno
nella sua piccola bara di vetro.
Voi non sapete il ronzio garbato
il candido canto dei frigoriferi
la vernice lucente sulle gote
delle arance, il celeste stordimento
delle api nel limpido gocciolare
del miele dal loro fragile ventre.
Voi non contate il numero di passi
l’incrocio attento di mani e di sguardi
appesi alle vostre brevi tangenze.
Voi scandite misure di silenzio.
Geometrie di dolore s’inventrano
tra le fessure, negli angoli d’ombra:
voi tacete spigoli e divergenze
voi linee esatte, voi rette implacabili.