Endre Ady
Io sono parente della Morte,
Amo l’amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.
Amo le rose malate,
Bramose quando sfiorite, le donne,
I lucenti, i malinconici
Tempi d’autunno.
Amo delle ore tristi
Lo spettrale, monitorio richiamo,
Della grande Morte, della santa Morte
Il sosia giocoso.
Amo chi è in partenza,
Chi piange e chi si sveglia,
E nei freddi mattini brinati
I campi.
Amo la stanca rinuncia,
Il pianto senza lacrime e la pace,
Di saggi, poeti, malati
Il rifugio.
Amo chi è deluso,
Chi è invalido, chi si è fermato,
Chi non crede, chi è malinconico:
Il mondo.
Io sono parente della Morte,
Amo l’amore che svanisce,
Amo baciare,
Chi se ne va.
L’autunno è entrato a Parigi
Ieri
l’autunno è entrato a Parigi
E scivolato per via San Michele
fra la canicola, e sotto le tremule fronde
s’è incontrato con me
Io erravo verso la Senna:
bruciavo nella mia anima strani alidi canti,
tristi, fumosi, corruschi:
m’annunziavano la morte
L’autunno m’ha appena sfiorato, m’ha sibilato
qualcosa. Ha trasalito tutta la via San Michele,
Zss, zss: un lieve brusio di foglie scherzose.
Un attimo. L’estate neppur se n’è accorta;
e l’autumno ridendo è scomparso.
Ma è venuto: io l’ho so. Sotto le fronde gementi
l’ho visto