Cesare Viviani
dame e damine luci e villanelle
si fanno intorno a lei lungo la siepe
e siede l’agghindata e quando s’alza
sorprende le fedeli e segue un lampo;
mentre si fa il bagliore c’incontrammo
oscuri portantini
Cesare Viviani (Siena, 1947), da Merisi (Mondadori, 1986)
Di che cosa parla questa poesia? Siamo calati nel bel mezzo di un racconto anacronistico, che sembra la descrizione di un quadro allegorico del Rinascimento. Se ci affanneremo a ricostruire i pezzi mancanti della storia, in cerca di un significato univoco, l’avremo persa. Ma la perderemo anche se ci lasceremo cullare dai soli suoni e dalla musica dei versi, tanto impeccabilmente accordati e intonati da risultare spiazzanti.
Il trucco è stare un po’ di qua e un po’ di là; sospendere tutto e far sì che la musica apra in noi una diversa disponibilità ai significati veri, a quelli che si riverberano di sponda in sponda e si sposano ai nostri, a quelli che già abbiamo dentro e che non si possono raccontare.
E se questa lei, questa nobildonna agghindata e incandescente fosse la poesia, la poesia stessa? È qui che ci incontriamo, è qui che ci riconosciamo.
Stefano Dal Bianco