Cees Nooteboom
Senza un’immagine appare una poesia,
forma che ancora deve generarsi
dal territorio delle parole,
ereditata da chi non ho mai conosciuto.
Linguaggio, levigato nei sogni, sui pulpiti,
impastato nei letti, in camere solitarie,
da usarsi in vita e in morte, arma
nella lotta contro il caso, astuzia
del destino.
Chi eravamo, il nostro cammino
attraverso l’enigma
sta scritto nelle parole,
scrittura come figlia della lingua,
sussurro, lamento, il midollo
dei pensieri,
testamento di un’emozione
svanita, suono di decreti per il futuro
quando la folla si disperderà
dirigendosi alla sua muta
casa.