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Sguinzagliare ricordi

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
agli anni che fui nel mondo prima di te
e all’eternità che prima di te andrò a incontrare,
ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
ma uccisero i miei amici,
di me migliori perché
non vissero oltre come me,
penso a te nuda davanti al fornello d’estate,
sul libro curva per leggere meglio
nella luce morente del giorno.
Vedi, abbiam vissuto più di una vita,
ora dobbiamo pesare ogni cosa
sulla bilancia dei sogni e sguinzagliare
ricordi che divorino ciò che fu il presente.
Traduzione di Ariel Rathaus

Sguinzagliare ricordi

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
agli anni che fui nel mondo prima di te
e all’eternità che prima di te andrò a incontrare,
ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
ma uccisero i miei amici,
di me migliori perché
non vissero oltre come me,
penso a te nuda davanti al fornello d’estate,
sul libro curva per leggere meglio
nella luce morente del giorno.
Vedi, abbiam vissuto più di una vita,
ora dobbiamo pesare ogni cosa
sulla bilancia dei sogni e sguinzagliare
ricordi che divorino ciò che fu il presente.

Bucato

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Dove il bucato è appeso ad asciugare
la gente non muore,
non è alla guerra,
resterà per lo meno due giorni
o forse tre.
Non sarà sostituita
da altra gente, o sbattuta dal vento.
Non è simile all’erba inaridita.

Traduzione di Ariel Rathaus

Vedi, pensieri e sogni

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Vedi, pensieri e sogni in un intrico
di fili ci ravvolgono, in una rete mimetica,
e né Dio né i caccia in ricognizione
potranno mai sapere
ciò che vogliamo realmente
e dove il nostro passo è diretto.
Solo la voce che interrogando guizza
si alza ancora sulle cose e resta in aria sospesa,
anche se le granate l’hanno ormai ridotta
come una lacera bandiera,
come una nuvola squarciata.
Vedi, anche noi compiamo rovesciandolo
il cammino dei fiori:
da un calice iniziare tripudiante di luce,
scender giù con lo stelo sempre più cupo,
arrivare nella chiusa terra e attendere un poco,
e finire, radice, nel grembo, nell’oscuro.
Traduzione di Ariel Rathaus

Mia madre cuoceva ..

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Mia madre cuoceva nel forno il mondo intero per me
in dolci torte.
La mia amata riempiva la mia finestra
con uva passa di stelle.
E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d’aria
nel pane.
Esternamente sono liscio, silenzioso e bruno.
Il mondo mi ama.
Ma i miei capelli sono tristi come i giunchi nello stagno
che va prosciugandosi.
Tutti i rari uccelli dalle belle piume
fuggono via da me.

Invece di parole

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Il mio amore ha una veste bianca e lunghissima,
di sonno, d’insonnia e di nozze,
va a sedersi la sera a un tavolino,
sopra cui posa un pettine, due fiale,
una spazzola, invece di parole.
Dagli abissi della chioma pesca
molte forcine e poi le mette in bocca, invece di parole.
La scompiglio, lei si pettina
nuovamente scompiglio. Poi che resta?
Lei si addormenta invece di parole,
e il suo sonno ormai mi conosce,
scodinzola con la sua coda di sogni lanosi,
il suo ventre s’è impregnato facilmente
di tutte le funeste profezie
della fine dei tempi.
Io la sveglio: siamo gli umili
strumenti di un difficile amore

Come un capitano

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Come un capitano, dopo il pranzo di gala,
che agli ospiti mostra la sala delle macchine
nel ventre della nave (belle donne lo hanno preteso),
e per i gradini di ferro li conduce in basso, apre
con metallici schianti gli sportelli, li richiude
e quelli ammirano tutto il luccichio e tutto
quel roteare e quel salire e scendere,
così faccio vedere ai miei ospiti
la stanza dei miei bambini, apro la porta,
tacito la chiudo
e sentiamo tre diversi respiri
tre ritmi diversi nella stanzetta, che è l’infinito.
E una piccola luce azzurrina brilla in alto
sopra la porta.

Così potrò riposare

Yehuda Amichai

Yehuda Amichai

 

Che il sacrario in memoria dei caduti
ricordi invece di me: il suo compito è questo.
Che il giardino in memoria ricordi,
che il nome della via ricordi,
che l’edificio celebre ricordi,
che la casa di preghiera che porta il nome di Dio ricordi,
che il rotolo avvolto della Legge ricordi,
che l’orazione per i morti ricordi.
Che le bandiere ricordino,
questi variopinti sudari della Storia
che avvolsero corpi divenuti polvere.
Che la polvere ricordi.
Che il pattume sulla porta ricordi.
Che la placenta ricordi.
Che la bestia dei campi e gli uccelli del cielo mangino e ricordino
e che ciascuno ricordi
Così potrò riposare.