Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un’assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l’aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.
Appoggia, amore, il tuo capo assonnato umano sul mio braccio senza fede; in cenere riducono le febbri e il tempo la bellezza individuale dei bambini pensosi, e la tomba mostra quanto sia effimero il bambino: ma fino all’alba dentro le mie braccia che la viva creatura s’abbandoni, colpevole, mortale, ma per me quella che sola ha intera ogni bellezza.
Fermate ogni orologio, tagliate il telefono,
Tenete il cane a tacere con un succulento osso,
Chetate i pianoforti e fra un rollìo smorzato
Sfornate il feretro, che i dolenti si accostino.
Che aeroplani lamentosi incrocino lassù
E scarabocchino sul cielo il messaggio È MORTO,
Mettete crespi nastri attorno il collo bianco dei piccioni,
Che i vigili indossino guanti di coton nero.
Era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est e l’Ovest,
La mia settimana feriale e il mio riposo domenicale,
Il mio mezzodì, la mezzanotte, il mio discorso, il canto;
Pensavo ch’amore fosse eterno: Io, mi sbagliavo.
Ora, le stelle non servono più: spegnetele tutte;
Imballate la luna, e smantellate pure il sole;
Svuotate l’oceano, e sradicate il bosco.
Poiché nulla può venir ormai a niente di buono.
Dicono che questa città ha dieci milioni di anime. Alcuni vivono nelle ville, altri vivono in buche. Eppure non c’è posto per noi, mia cara, non c’è posto per noi.
La piu grande biblioteca online di poesie in italiano