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Tacito orror di solitaria selva

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri

 

Tacito orror di solitaria selva
di sì dolce tristezza il cor mi bea,
che in essa al par di me non si ricera
tra’ i figli suoi nessuna orrida belva.
E quanto addentro più il mio piè s’inselva,
tanto più calma e gioia in me si crea;
onde membrando com’io la godea,
spesso mia mente poscia s’inselva.
Non ch’io gli uomini abborra, e che in me stesso
mende non vegga, e più che in altri assai;
nè ch’io mi al buon sentier più appresso;
ma non mi piacque il vil secol mai:
e dal pesante regal giogo oppresso,
sol nei deserti tacciono i miei guai.

Sublime specchio di veraci detti

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri

 

Sublime specchio di veraci detti,
mostrami in corpo e in anima qual sono:
capelli, or radi in fronte, e rossi pretti;
lunga statura, e capo a terra prono;
sottil persona in su due stinchi schietti;
bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;
giusto naso, bel labro, e denti eletti;
pallido in volto, più che un re sul trono:
or duro, acerbo, ora pieghevol, mite;
irato sempre, e non maligno mai;
la mente e il cor meco in perpetua lite:
per lo più mesto, e talor lieto assai,
or stimandomi Achille, ed or Tersite:
uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.

Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri

 

Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva
al mar là dove il tosco fiume ha foce,
con Fido il mio destrier pian pian men giva;
e muggìan l’onde irate in suon feroce.
Quell’ermo lido, e il gran fragor mi empiva
il cuor (cui fiamma inestinguibil cuoce)
d’alta malinconia; ma grata, e priva
di quel suo pianger, che pur tanto nuoce.
Dolce oblio di mie pene e di me stesso
nella pacata fantasia piovea;
e senza affanno sospirava io spesso:
quella, ch’io sempre bramo, anco parea
cavalcando venirne a me dappresso…
Nullo error mai felice al par mi fea.

S’ io t’amo? oh donna! io nol dirìa volendo

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri

 

S’ io t’amo? oh donna! io nol dirìa volendo,.
Voce esprimer può mai quanta m’inspiri
Dolcezza al cor, quando pietosa giri
Ver me tue luci, ove alti sensi apprendo?
S’io t’amo? E il chiedi? e nol dich’io tacendo?
E non tel dicon miei lunghi sospiri;
E l’alma afflitta mia., che par che spiri,
Mentre dal tuo bel ciglio immobil pendo?
E non tel dice ad ogni istante il pianto,
Cui di speranza e di temenza misto,
Versare a un tempo, e raffrenare io bramo?
Tutto tel dice in me : mia lingua intanto
Sola tel tace, perchè il cor s’è avvisto,
Ch’a quel ch’ei sente, è un nulla il dirti: Io t’amo.

Il mio ritratto

Vittorio Alfieri

Vittorio Alfieri

 

Sublime specchio di veraci detti,
mostrami in corpo e in anima qual sono:
capelli, or radi in fronte, or rossi pretti;
lunga statura, e capo a terra prono;
sottil persona in su due stinchi schietti;
bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;
giusto naso, bel labbro, e denti eletti;
pallido in volto, più che un re sul trono:
or duro, acerbo, ora pieghevol, mite;
irato sempre, e non maligno mai;
la mente e il cor meco in perpetua lite:
per lo più mesto, e talor lieto assai,
or stimandomi Achille, ed or Tersite:
uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.