Stelvio Di Spigno
Come un mare non ancora potato né descritto
strappa via da sé ogni alga e corallo
e resta nudo come fosse stato dragato
mentre arriva pianissimo alla pagina,
ma dopo è difficile parlarne
di questa creatura che dorme al sole
senza pensare a persone
che hanno strappato da sé la propria vita
con un ferro rovente o una tenaglia
da criminale, senza un vero motivo,
solo per farsi più male o perché l’hanno sentita
questa voglia di annullarsi per essere obbedienti,
pensiamo a negozi con la serranda a mezz’asta,
a barche capovolte sotto il pelo dell’acqua,
a uomini colpevoli come me, insomma,
che ancora di questa colpa cercano ragione.
(Da La nudità, peQuod, Ancona 2010)