Non ho rimpianti, non chiedo aiuto, non piango Tutto passerà come la bruma dai meli bianchi Appassito in una decadenza dorata Io non sarò più giovane. Anche il mio cuore toccato dal gelo non batte più come una volta ed il paese della tela di betulla non mi spingerà più a vagabondare a piedi nudi. Spirito randagio! Sempre meno attizzi il fuoco delle mie labbra, freschezza della giovinezza ardore degli occhi, fiume di sentimenti dove siete! Ora sono diventato avaro nel desiderio forse ti ho sognato vita mia? Davvero all’alba della mia primavera tuonante ho cavalcato un destriero rosa? Noi tutti a questo mondo siamo votati alla fine Il colore ramato delle foglie d’acero goccia silenziosamente Siamo dunque felici, siamo stati benedetti d’essere nati per fiorire e poi morire.
Cказал, что к страху и болезни Сводилась жизнь, что длинной казнью Был каждый день, а ночь боязнью Гостей непрощеных. Сказал что этот мир не дом – вокзал Зал выживания, где все чего-то ждут Sergej Georgievic Stratanovskij (Leningrado, 1944), da Buio Diurno (Einaudi, 2009) Disse che a paura e malattia Si è ridotta la vita, che ogni giorno Era una lunga esecuzione, e la notte – timore Di ospiti inattesi. Disse Che questo mondo non è casa ma stazione, Sala di sopravvivenza, dove tutti attendono qualcosa
Бог в повседневности: в овощебазах, на фабриках В хаосе матчей футбольных, в кружке ларечного пива В скуке, в слезах безысходности, в письмах обиды любовной В недрах библейских дубов, в дрожи плоти от страха бескровной Cмотрит колхозник смиренный на Его тонкотканный шатер Kраски Его растер в мастерской остроглазый xудожник Кто он? Отец многоликий в многоочитых соборах Или младенец, играющий с утренней новой звездой? Sergej Georgievic Stratanovskij (Leningrado, 1944), da Buio Diurno (Einaudi, 2009) Dio è nelle cose di ogni giorno: nei magazzini d’ortofrutta, nelle fabbriche Nel caos degli incontri calcistici nel boccale di birra di un chiosco Nella noia, nelle lacrime scorate nelle lettere di un’offesa amorosa Nei recessi delle querce bibliche nel tremito della carne esangue di paura L’umile colcosiano osserva la Sua tenda di tessuto fine Nello studio ha impastato i Suoi colori un pittore dalla vista acuta Chi è Costui? Un Padre dai tanti volti dentro occhiute cattedrali O un bambino che gioca con una nuova stella del mattino?
La piu grande biblioteca online di poesie in italiano