Archivi categoria: Roberto Carifi

So che nulla si versa in questo calice

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

So che nulla si versa in questo calice,
che una luce avranno i più mendichi,
che sarà salva l’anima che ha visto
il sonno delle madri,
sentito il tremito delle carni offese,
io so e la voce mi condanna
a un messaggio spoglio,
a un nutrimento che non tollera la vita
e tu che sei nei cieli
che sei nella memoria
con la tua ciocca rossa,
sei e non sei
in questa lingua radiata dalla terra,
prega per me,
fa’ che si compia il giorno.
Roberto Carifi (Pistoia, 1948), daNel ferro dei balocchi. Poesie 1983-2000(Crocetti, 2008)
– consigliato da
Gianluca Furnari
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quante notti vegliavo

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Quante notti vegliavo a ripensare a te
e sentivo il tuo respiro passarmi accanto,
avrei voluto che tu fossi viva, anche insieme
al tavolo di noce, o vecchi tu e io, un lembo di mare
immobile e noi due eterni, come se avessimo vinto
vita e morte, davanti al mare aperto.
(da Madre, Le Lettere, 2014)

quando tutto si spegne

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Quando tutto si spegne
e cieca vaga la tua stirpe
offrendo una mano devastata,
quando ogni cosa giunge
a fare inflessibile la notte
e il figlio cerca la madre
nel cenno muto della morte
e il nulla accompagna la tua cena
lascia che la parola galleggi
nel tuo sangue.
(da Madre, Le Lettere, 2014)

quando svanivi

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Quando svanivi, Giovanni quella casa dava sul bosco
quante domeniche correndo alla paura?
stringeva l’orso, il soldatino, veniva il pianto
che gennaio conduce, debole luce che s’inginocchia
il giorno sul suo pallore…vedessi le anime dei santi
piccole fiamme costeggiavano il ponte, come svanivi
l’ombra dei tuoi capelli sul nostro viso
non c’è sorriso per l’infanzia muta, Giovanni
padre che morto ti veleggia il tempo.
da Infanzia, Società di poesia, 1984

piccola madre

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Piccola madre, quando sarai pura mente
e mi guarderai a distanza, ricordati di me,
lo sciancato, e passa come un velo
accanto al mio letto, piccola grande madre
quando sarai nel Grande Vuoto pensa
a questo martirio ed alla Compassione
che mi porto dentro
(da Madre, Le Lettere, 2014)

Padre nostro

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Padre, padre
la colpa fiorisce dove secca il seme
tu sei quel male che ho visto nelle case
nella luce che separa il desco,
nella voce che non ama:
sia fatta la tua volontà
in questo esilio,
nell’ombra che sorveglio
e sangue sarà chiamato frutto
grazie per la preghiera che mi acceca,
per le ginocchia devastate.
Roberto Carifi (Pistoia, 1948), Il figlio (Jaca Book, 1995)

non ho che questo cuore arato

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Non ho che questo cuore arato,
la terrazza dove mi parla un’anima di neve,
una contrada tra orizzonte e nulla,
lo sanno gli angeli delle mie stanze
che prego come un impiccato
e sotto il lume la sagoma è più nuda
oh veranda rattristata da un pugno di luci,
muta sorella di tanto sangue
oh creatura che affoghi nel lucore
e che consoli.
da Europa, Jaca Book, 1999

l’inverno, lo sai, ha due volti

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

L’inverno, lo sai, ha due volti
uno contempla l’agonia del tordo,
l’altro sorride a un vaneggiante.
L’inverno per noi è una scintilla,
meglio se il giorno appassisce nella notte,
meglio se tra notte e giorno sanguina il tramonto.
Non siamo noi quelli che una parola
pronunciata da bocche disattente
destinò al ritorno?
siedi anche tu a questa veglia
ora che il mondo tace.
da Europa, Jaca Book, 1999

Europa

Roberto Carifi

Roberto Carifi

 

Così è l’occidente. Bandiere a picco
ragazzi bruciati da un angelo morente
nel freddo di Cracovia,
nel sangue di Slovenia…
Sapessi, Achmàtova, cantare anch’io
la bufera siberiana,
la nera icona che piange lungo il muro,
confessare a quel viso il mio spavento
Ecco, direi, quello che resta per me, per voi
un’anima esiliata,
il passo del figlio nel vento autunnale,
la cagna che nel lamento
saluta lo straniero…
lo so, noi pregheremo
ciascuno con le sue povere mani aperte
e sarà santo il giorno.
da Il Figlio, Jaca Book, 1995