O donna che t’incontrai il giorno della mia fortunata disgrazia Con le paure e gli occhi del più cupo colore Mi sentii della stessa sensazione, vittima, come te O donna che c’incontrammo il giorno della nostra fortunata disgrazia Cuore a cuore, faccia a faccia I sensi fusi in una dolce sintonia Amaro pianto di nostalgia… Cosi, in mezzo alla strada, vendemmo il nostro cuore alla gente che di noi solo si burlò. E soddisfatta andò via, compiaciuta per aver appreso l’intimo segreto della nostra vita. E noi due, di un dolore sincero soffrendo Con il cuore in gola come due bambini Persi in lontani paesi, nella notte buia… O donna che c’incontrammo il giorno della fortunata disgrazia.
Nel mio paese sventolano ovunque bandiere di una triste alioia…
… e essuo può dire che qui un popolo vive che qualcosa di nuovo sta costruendo. … Sulla soglia di ogni casa dove un segno di vita appare sventola una bandiera di triste malinconia. MIGJENI A TORINO, Castello del Valentino
Giorno dopo giorno declinano gli dei e sfumano le loro immagini negli anni e nei secoli e nessuno ora sa più chi sia dio, chi sia uomo. Nel ervello dell’uoo dio si è raihiato e con la mano si batte le tempia per il rimorso e, pieo d’ira, gridado si hiede:
Che osa ai ho reato?
E l’uaità o sa più se dio sia una sua creatura o se sia lei creatura di dio, a s’aorge he è folle meditare su un idolo che non risponde.
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