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Scilla

Louise Glück

Louise Glück

 

Non io, idiota, non il sé, ma noi, noi: onde
di blu-cielo come
una critica del paradiso: perché
fai tesoro della tua voce
quando essere una cosa
è essere pressoché nulla?
Perché guardi su? Per udire
un’eco come la voce
di dio? Per noi siete tutti uguali,
solitari, alti sopra noi, programmando
le vostre sciocche vite: andate
dove siete mandati, come ogni cosa,
dove il vento vi pianta,
e l’uno o l’altro di voi guarda
sempre giù e vede qualche immagine
d’acqua, e cosa sente? Onde,
e sopra onde, uccelli che cantano.

Mattutino

Louise Glück

Louise Glück

 

Vedo che con te è come con le betulle:
non mi è concesso parlarti
alla maniera personale. Molto
c’è stato fra noi. O
fu sempre solo
da una parte? Sono
in torto, in torto, ti ho chiesto
di essere umano: non sono più bisognosa
di altri. Ma l’assenza
di ogni sentimento, della minima
cura per me… tanto vale che continui
a rivolgermi alle betulle,
come nella mia vita precedente: facciano
pure il peggio, mi
seppelliscano con i romantici,
le foglie gialle a punta
cadano e mi coprano.
Louise Glück (New York, 1943) da L’iris selvatico (Giano Editore, 2003)