Linda Mavian
la emme è più presente
la enne è già trasparente
votata a trascolorare
in lontananza
ad annullarsi in enne di niente
la emme è più presente
la enne è già trasparente
votata a trascolorare
in lontananza
ad annullarsi in enne di niente
linee parallele
prospettiva di viali di periferia
en train de
transiberiana capelli di steppa
la casa ha il pavimento
in terra battuta in terra beata
è fuori luogo intransitiva
scala invisibile di incertezza
rettangolo di finestra cosa rara
cosa fai
i quadrati gialli delle finestre stabili
sugli Urali
tu puoi pensa
nuvola è un gomitolo
sulla spiaggia una sciarpa
di vento mi avvolge il collo
decido di avere freddo
da DOVE LA CITTÀ DIVIENE CIELO
please insert coin
pass key pass key passe-partout tout tout cela
passé present passeport ces choses vont comme ça
ce qui ce passe ce pas ces pas
je ne sais pas pourquoi
“plaisir d’amour ne dure que un moment”
passé present plaisir peine
please insert your card and don’t
and don’t break your chain
please insert coin
pass key pass key passe-partout tout tout cela
passé present passeport ces choses vont comme ça
ce qui ce passe ce pas ces pas
je ne sais pas pourquoi
“plaisir d’amour ne dure que un moment”
passé present plaisir peine
please insert your card and don’t
and don’t break your chain
please insert coin
pass key pass key passe-partout tout tout cela
passé present passeport ces choses vont comme ça
ce qui ce passe ce pas ces pas
je ne sais pas pourquoi
“plaisir d’amour ne dure que un moment”
passé present plaisir peine
please insert your card and don’t and don’t
and don’t break your chain
please insert coin
due volte noi pensavamo al sole
c’era qualcosa in comune
il colore di fondo
due giorni splendenti sperduti
un simbolo per traversare il ruscello
senza le valigie smarrite
non si possono richiedere
alla vita dell’hotel precedente
un sogno mi cola come acqua su corteccia
di foresta pluviale
come pioggia su vetro trasversale
fuori cadono le foglie lentamente
in un souvenir di vetro rotondo
intrecciare i miei vestiti
di foglie di capanna
in un verde enclave
di infanzia ancestrale
lungo fiumi
assimilare il vento sull’ultimo ponte della nave
tutta questa pioggia sul fondo della canoa
vorrei uscire ora
tutta questa pioggia mi
mi confonde a un passato remoto
a qualcosa ora chiusa
come ambienti di casa
di prospettive da cambiare
ma sono abitacoli ventricoli di cuore
è la mia casula capanna mantello
forse ho solo quello
è intrinseco a tessuto interno
è bagnato da marea di mare
e tutto questo neon non è di luce eguale
mi ricordo un letto in cui dormivo
un sogno che facevo
se questo significa esistere o resistere
non è per me molto diverso
si scrive si cancella
la pagina rimane bianca
le parole navigano sul tavolo
fuse con la gomma grigia
in un nuovo diverso amalgama
di sillabe e pensieri
dispersi
in sintonia
con polvere di
onde radio non ascoltate
ho guardato a lungo il cielo
per questo penso di avere gli occhi azzurri
da CITTÀ LEGGERA
la luce tagliente si dissolve rapida in una
pozzanghera di dolcezza
senso di pace
era vuoto fra le parentesi tonde
quello spazio quel tempo sono confluiti
in margini più ampi
in galassie dai bordi fluorescenti
a cui una sarta forse cuce un vestito spagnolo
confondo parola e mondo
se io avessi detto
“bello dolce radioso”
le parole che conoscevo
la mia casa era di rami e di foglie
si vedeva il cielo
il sonno dei raccoglitori
leggero
era un calmo pomeriggio e il suo lucore
restava sospeso sulle rotte della casa d’acqua
senza ormeggio e motore
sul prato millenario e il suo torpore
dormo sul bagaglio a mano
nella sala di transito di aeroporti uguali
insieme agli altri
li ricordo tutti li ho dimenticati
assonnata senza difese felice di tornare
da I RIMANENTI MARI
noi viaggiatori di paesaggi
veloci come un battito di ciglia
di colonne sonore private di nenie locali
di canti modulati su accordi ancestrali
in fotogrammi d’ombra di
radici strappate subliminali
da ALIANTE DEL MATTINO