Mia stupida bontà, campo della mia rabbia L’erta da sempre sognata irrigidimento delle dita sagaci porta sbattuta con esasperazione. Non dobbiamo far piangere le nostre amate. Le amate non dovrebbero piangere. Ci uccidono, ci stanno uccidendo ci bastano le allusioni.
Quando siamo arrivati ho visto che l’albergo era di tre piani più alto del piccolo convento San Pantaleimon. Una parente del padre ci ha aperto la porta. Da poco avevano squartato un maiale, da qualche parte dentro riempivano salcicce, la donna era affaccendata, non smetteva di parlare: altri turisti avevano portato un cagnolino uggiolava e si arrampicava sulle sue gambe le infastidiva il suo tremare di freddo. I suoi riccioli appendevano inconsolati come spade fuori dalle guaine. .
Qui tutto sembra una specie di tradizione, dopo trent’anni tutto in questo luogo di villeggiatura è rimasto all’altezza. Sto osservando un uomo che una volta chiamavano femminuccia. Era il ragazzino più bello della classe, un bel maschietto, altro che femminuccia. E adesso, l’ora di pranzo, secondo l’abitudine dei déjà vu sofisticati, nel giardino estivo del ristorante con belvedere sulle cime di fronte vedo lo stesso maschietto da trent’anni mio compagno di classe che accetta la stessa beffa dai compagni burloni: “femminuccia”, “donnetta”. Li ignoro, stringo la penna tra le dita e guardo altrove come se fossi distratta: parlare di generi infastidisce.
Houellebecq ha quindici anni e parte in viaggio con la scuola. La Germania è una fiaba, lui ha infilato nella sua borsa un volumetto di Pascal. La fila si muove misteriosamente: ognuno vede davanti a se solo nuche e si accalcano sul marciapiede del “Ku’dam”. Capita che lo spazio fra di loro si allarghi. Allora si fissano le scarpe, si fanno gli scherzacci si ignorano le ragazze stupende fino a quando s’inciampa. Eccoli qui, tutti, persone, senza catene senza pena di morte ma uccisi dall’amore. Alcuni già freddati, altri tra poco. Immaginate una fila di pazzi con forti gambe e braccia, senza corpi ancora saranno innamorati l’uno dell’altra saranno liberi
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