Colpii l’ala dell’uccello, benché volasse verso il sole al tramonto; appena echeggiò lo sparo, si levò sempre più alto tra sprazzi di luce dorata, finché si rovesciò a capofitto, le penne arruffate, qualche piuma sospesa nell’aria, e cadde come piombo sull’erba. Feci qualche passo, scostando i cespugli, finché vidi uno schizzo di sangue su un tronco e la quaglia riversa tra le radici fradice. Allungai la mano, non c’erano rovi, ma qualcosa la punse e la trafisse e la gelò. E poi, in un baleno, scorsi il serpente a sonagli – le grandi palpebre sugli occhi gialli, la testa arcuata, affondata nelle spire, un viluppo schifoso, color cenere, o di foglie di quercia sbiadite sotto strati di foglie. Restai impietrito mentre si ritraeva e srotolava e cominciava a strisciare sotto il tronco, poi mi afflosciai sull’erba.
Prima mi accusarono di condotta molesta, non essendoci leggi contro la bestemmia. Poi mi rinchiusero in manicomio e fui ammazzato di botte da un sorvegliante cattolico. Il mio torto fu questo: dissi che Dio mentì ad Adamo e lo destinò a vivere una vita da sciocco, ignaro del male come del bene del mondo. E quando Adamo gabbò Dio mangiando la mela e scoprì la menzogna, Dio lo cacciò dall’Eden per impedirgli di cogliere il frutto della vita immortale. Ma, Cristo! voi gente di buon senso, ecco cosa dice Dio stesso nel libro del Genesi: “E il Signore Iddio disse, ecco che l’uomo è diventato come uno di noi” (un po’ d’invidia, vedete), “a conoscere il bene e il male” (Smascherata la balla che tutto è bene); “e allora, per paura che allungasse la mano a prendere anche dall’albero della vita e ne mangiasse, e vivesse in eterno, il Signore Iddio lo cacciò dal giardino dell’Eden”. (A me pare che la ragione per cui Dio crocifisse il proprio Figlio per uscire da quel brutto imbroglio, sia che questo è proprio da par suo.)
La rotativa del “Clarion” di Spoon River fu distrutta, e io impeciato e impiumato, perché il giorno che gli Anarchici furono impiccati a Chicago pubblicai questo: “Ho visto una donna bellissima con gli occhi bendati sui gradini di un tempio di marmo. Una grande folla le passava dinanzi, i volti imploranti alzati verso di lei. Nella sinistra impugnava una spada. Brandendo quella spada, colpiva ora un bimbo, ora un operaio, ora una donna in fuga, ora un pazzo. Nella destra teneva una bilancia: nella bilancia venivano gettate monete d’oro da chi scampava ai colpi della spada. Un uomo in toga nera lesse da un manoscritto: “Non guarda in faccia nessuno”. Poi un giovane con berretto rosso le fu accanto con un balzo e le strappò la benda. Ed ecco, le ciglia erano state corrose dal marcio delle palpebre; le pupille bruciate da un muco lattiginoso; la follia di un’anima morente era scritta su quel volto- allora la folla capì perché portasse la benda
– Che cosa vedi adesso? Globi rossi, gialli, viola. Un momento! E adesso? Mio padre, mia madre e le mie sorelle. Sì! E adesso? Cavalieri in armi, belle donne, volti gentili. Prova queste. Un campo di grano – una città. Molto bene! E adesso? Molte donne con occhi chiari e labbra aperte. Prova queste. Solo una coppa su un tavolo. Oh, capisco! Prova queste lenti! Solo uno spazio aperto – non vedo niente in particolare. Bene, adesso! Pini, un lago, un cielo estivo. Così va meglio. E adesso? Un libro. Leggimene una pagina. Non posso. I miei occhi sono trascinati oltre la pagina. Prova queste. Profondità d’aria. Eccellente! E adesso? Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo. Molto bene, faremo gli occhiali così.-
Mi prese la forza minuto per minuto, mi prese la vita ora per ora, mi prosciugò come una luna accesa dalla febbre essicca il mondo nel suo giro. I giorni passavano come ombre, i minuti rotavano come stelle. Mi prese la pietà dal cuore, e la tramutò in sorrisi. Era un pugno di creta da scultore, e i miei pensieri segreti erano dita: volavano dietro la sua fronte pensosa e la solcavano in profondo con la pena. Fissarono le sue labbra, afflosciarono le sue gote, abbassarono i suoi occhi col dolore. La mia anima aveva penetrato la creta, lottando come sette demoni. Non era mia, non era sua; lei la teneva, ma queste lotte plasmarono un viso che lei odiava, e un viso ch’io temevo di vedere. Colpii le finestre, scossi i paletti. Mi nascosi in un angolo – E poi lei morì e mi perseguitò col suo spettro, e mi perseguitò finché non fui morto.
Non potevo correre o giocare da ragazzo. Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa, non bere – perchè la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Ora giaccio qui confortato da un segreto che nessuno tranne Mary conosce: c’è un giardino di acacie, di catalpe, e di pergole dolci di viti – là quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary – baciandola con l’anima sulle labbra all’improvviso questa prese il volo.
Fuori di una cella in questo spazio oscurato – la fine a venticinque anni! La mia lingua non riusciva a pronunciare ciò che si agitava dentro di me e il villaggio mi prese per matto. Eppure all’inizio c’era una visione chiara, un alto e urgente proposito nella mia anima che mi spingeva a cercare di imparare a memoria L’Enciclopedia Britannica!.
Il bottaio deve intendersi di tinozze. Ma io conoscevo anche la vita, e voi che vi aggirate fra queste tombe credete di conoscere la vita. Credete che i vostri occhi spazino su un largo orizzonte, forse, in realtà state solo guardando le pareti della tinozza. Non potete sollevarvi ai suoi orli E vedere il mondo esterno delle cose, e così vedere voi stessi. Siete sommersi nella vostra tinozza – Tabù e regole e apparenze, sono le droghe della vostra tinozza. Spazzatele e rompete l’incantesimo Di credere che la vostra tinozza è la vita, e che voi conoscete la vita!
Chiunque tu sia che passi qui accanto sappi che mio padre era garbato, e mia madre violenta, e io nacqui un intero di così contrastanti metà, non mescolate e fuse, ma ciascuna distinta, saldata insieme malamente.
-Io dissi, quando mi diedero in mano il diploma, io dissi a me stesso: sarò buono e saggio e coraggioso e utile al mio prossimo; dissi: porterò il credo cristiano nella pratica della medicina! In qualche modo il mondo e gli altri medici sanno cosa c’è nel tuo cuore non appena prendi questa nobile decisione. E il fatto è che ti fanno morire di fame. E nessuno viene da te se non i poveri. E tu scopri troppo tardi che fare il dottore è solo un modo per guadagnarsi da vivere. E quando sei povero e devi portare il credo cristiano e una moglie e i figli tutto su di te, è troppo! E’ per questo che inventai l’Elisir di Giovinezza, che mi spedì nella prigione di Peoria bollato come imbroglione e truffatore dall’integerrimo Giudice Federale!
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