Alessandro Manzoni
senza pietà
vuota
a fatica
pirla la ruota
della mia vita
che se ne va
isolato da tutti
oggi salvo da un’esplosione al tritolo
ho dentro schegge nella carne della spalla
braccio sinistro immobile
una mi buca il taccuino
che porto davanti al cuore
si blocca senti senti in un foglio da 10
esistono gli dei?
una carezza sul petto
con ghiaia fra i denti miei
voleva dirti addio
per questo
anno
o meglio mettiti
in vestaglia
riconoscimi
diversa al tocco della filigrana
si è versata
tutto è veglia
dietro la grata
è casta così
solo così
dove tiene il cielo orientato
pare una donna di dio
nella febbre del dio
non so più se in croce
lassù è il legno la pietra
o il colore
se il tuo sangue è di plastica
o catrame
anche se soffri
e soffri ancora
cristo morente
nei campi nella sera
da VERSO LA SETA
non c’è poi una differenza
tra il palcoscenico di luce
e il deposito delle marionette
certo
i vestitini sono di repertorio
la meraviglia di una morte aperta
come il libro della sapienza
non può mancare
ma… giù il sipario
sai… si sta bene qui
in questa
ovatta qui
si sta proprio okay
da FACCINA
papà…
se sapessi…
il tuo orologio mi funziona…
come dirtelo piano
all’orecchio
da vecchie foto aeree
sorreggendoti le palpebre…
trascinarti a me
nella pianura dell’oro
e lentamente
togliere le ossa
all’ora
rimanendo figlio
dentro
e al polso la tua voce
perditi il sogno
resina animale
profumo che porto
nella notte di angustia
comprendi
è la carezza vagabonda che
tira la testa
celeste e con un soffio
la carezza gentile è lei
è lei mi beve
bosco che s’inclina
una strada d’acqua
sottovento
chiedimi tenacia
tra le foglie della trafittura
e fiorisci tutta vicinanza
orlo di nuvola
oltre le mura
della città antica
versami la polpa di ciliegia
rossa rossa
il nettare sul petto
così sangue pare
tra le dita premute
il groppo lucido dei frutti
mentre sorridi
e accenni nel morso
un’infinita accoglienza di dolore
da STANZE D’ARGILLA
potessi venire a prenderti
anche senza braccia come un avanzo
brandelli di carne
sibilando un cambio di destino
oh se venissi a prendermi un sabato sera
starti lì a parlare spiegarti la morte
o meglio farti capire cos’è
quella luce in camera mia
trasformandoci identici
unico sangue piange un amico
il frutto della polvere antico petalo
amore rapidamente in trionfo
tonfo del ghiaccio si sente
portandomi una bianca bara la mente
oh venissi a prendermi stasera
troveresti il pacco pronto
una valigia di fortuna
con la vergogna di una paura grigia