Camillo Sbarbaro
Piccolo quando un canto d’ubriachi
giungevami all’ orecchio nella notte
d’impeto su dai libri mi levavo.
Dimentico di lor, la chiusa stanza
all’ aria della notte spalancavo
e mi sporgevo fuor della finestra
a bere il canto come un vino forte.
Con che occhi voltandomi guardavo
la chiusa stanza e dopo lei la casa
dove già tutti i lumi erano spenti!
Più d’una volta sulla fredda ardesia
al vento che passava nei capelli
alla pioggia che m’inzuppava il viso
io piansi delle lacrime insensate.