1 Così dev’essere come assicurano coloro che sanno… eppure nessuno pare abbia mai visto qualcosa ma se così dev’essere tuttavia sia così… nel pieno scuotimento salutare esserci, nel dubbio consentito e tutto torna nella sua consistenza di elemento acqua all’acqua terra alla terra aria all’aria fuoco al fuoco… nuovo vigore rigenera il sentimento. Da: Tremore intenzionale
Rastrella ammucchia foglie il vecchio giardiniere nel parco d’ippocastani e platani, dice che questo è un autunno molto precoce perciò l’inverno sarà più duro e lungo e presto piomberà, all’improvviso una mattina col favore della nebbia …lui è soltanto il vecchio giardiniere in pensione, racconta, rimasto ad ammucchiare le foglie secche per accendere piccoli falò … dopo il calare del sole ombre e vapori si mischiano, diventa umido il parco l’aria si fa rigida, accanto a ogni fuoco allora vengono piccoli animali bambini smarriti da sempre uomini che non parlano mai… così inganna il tempo non sa da quando … poi offre una manciata di foglie e alcuni fiammiferi prima di tornare alla sua finzione. È tranquillo il transito del giorno alla luce già del crepuscolo, ma non so l’ora se vicina al mattino o alla sera … sono fuori del parco e mi allontano mi volto indietro e dalla macchia scura degli alberi sale un filo una spirale di fumo che finisce presto nella grigia indifferenza del cielo. da: Acque del fondale, (1985 – 2003), Editoriale Jaca Book, Milano 2003 da: Dal fondale (2ª sezione)
(Epilogo) Sul lastrone di tufo intagliato deposto il corpo non è ancora rigido, eppure già nell’inerzia inanimata invaso in parte dal gelido biancore che sbiadisce i lividi della carne martoriata cicatrizza le ferite confonde le rigature di sangue al circuito venoso… appare mosso il disegno delle membra nelle forme marcate che resistono per un’ultima prospettiva prima di precipitare nell’appiattimento… la pietà, la pietà l’ha ricomposto alla meglio l’ha reso materia disponibile sul bancone all’obitorio, sul tavolo di anatomia… l’ha consegnato all’oscurità senza tempo compiuto ogni gesto nella certezza del distacco, persino il sigillo impresso sulla pietra tombale a separare un altrove di solitudine la più grande, cominciata nell’orto dell’abbandono infinita solitudine. È il corpo della vittima, tutte le vittime corpo pacificato ora che il sacrificio necessario è stato consumato, lavata ogni macchia di natura, espiata ogni colpa sopraggiunta, fatta giusta ingiustizia ogni nascita a questo fine segnata nel sangue o solo nel patimento perché il dolore trovi le sue ragioni… Da: Pietà del figlio, “Almanacco dello Specchio”, Mondadori, Milano 2008
24 Non ho più tempo. Avrà pensato a tutto la mente. È capacissima di ogni cosa perché ogni cosa contiene, non solo tutto il passato e quanto nel presente consiste ma anche l’intero futuro agisce di conseguenza e risana cicatrici, spesso riconduce il senso alle sue matrici mette in ordine archivia i dati. Ho finito il tempo. Da: Tremore intenzionale
Sul terreno del sogno-fiaba foderato di neve alberi cristallizzati segue sparute tracce – una dispersa fiera? – il cielo un alvo senza uscita, la prima neve sempre così abbondante. Ritrova le mura del quartiere ai piedi addossata la bestia assiderata. * Rannicchiato sotto le coperte riprende il filo del gioco spezzato dal crescere degli anni le battaglie mimate a scoppi di labbra nel chiuso tepore del letto un eroe ingenuo assediato dalla notte sconfinata. Adesso il nemico è il temporale che segue la tattica di un suo giro celeste a intervalli di silenzio tenace per tornare all’attacco un intenso diruparsi di tuoni poi quiete estrema… si consegna vincitore o vinto senza memoria. da: Quartiere d’inverno (1972 – 1986), Amadeus Edizioni, Montebelluna (Treviso), 1986 da: Quartiere d’inverno (3ª sezione, che dà il titolo al libro)
19 Sarà un cammino tutto in salita né sono prevedibili pause concesse per riprendere fiato fermate di ristoro la strada per giunta è a fondo pietroso e si percorre a fatica, ma alla fine arrivati in cima sarà tutta un’altra cosa si perderà di vista anche la via della discesa, svanirà la vertigine persino la consistenza dell’affanno dell’affaticamento, la pesantezza dei pensieri e d’incanto la ragion d’essere d’ogni possibile aspetto avrà la leggerezza dell’aria rarefatta e gli occhi presi dal riverbero infiammato del tramonto si orienteranno sul transito delle nuvole. Da: Tremore intenzionale
… dove sei immagine mai perduta pensiero proibito che reggi il tempo precipitoso ormai e appari dai fumi della sfera magica nel tuo ardore di forme svegli il desiderio assopito e scompari … se ti fermassi, se smettessi un momento questo tuo gioco a nasconderti… – nell’alone luminoso la mano è rimasta sul foglio immacolato dimenticata come un arto artificiale sul biancore allungato del dorso spicca azzurro il rilievo venoso che tradisce a lenti palpiti un segno di vita. da: Acque del fondale, (1985 – 2003), Editoriale Jaca Book, Milano 2003 da: Suite n. 2 (Il senso della rappresentazione)
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