Ti porto con mani religiose i libri dei miei sogni innumerevoli, o bianca donna che la passione ha consumato come la spiaggia bigia consuma la marea, e con cuore più vecchio del corno colmato dal pallido fuoco del tempo: o bianca donna dei sogni innumerevoli, ti porto le mie rime di passione.
Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta, e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda. In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia e amarono la tua bellezza con amore falso o vero, ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina, e amo le pene del viso tuo che incessante mutava. Piegati ora accanto all’ardente griglia del camino e sussurra, con qualche tristezza, come l’amore scomparve, e vagò alto sopra le montagne, e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.
L’uccello sospira per desiderio d’aria, Il pensiero per non so qual luogo, Per il grembo il seme sospira. Ora scende un medesimo riposo Sulla mente, sul nido, Sulle cosce sforzate.
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire: « Tutto muta, E a uno a uno noi scompariamo », Avevano mani simili ad artigli, e le ginocchia Contorte come i pruni antichi Presso le acque. Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire: « Tutto ciò che è bello trascorre via Come le acque ».
Gli alberi sono nella loro bellezza autunnale, i sentieri del bosco sono asciutti, nel crepuscolo di ottobre l’acqua riflette un cielo immobile; sull’acqua fra le pietre ci sono cinquantanove cigni. È questo il diciannovesimo autunno da quando la prima volta li contai; li vidi, prima che finissi il conto, tutti all’improvviso alzarsi e disperdersi volteggiando in grandi cerchi spezzati sulle ali rumorose. Ammirai quelle splendenti creature e ora il mio cuore è triste. Tutto è cambiato da quando io, ascoltando al crepuscolo la prima volta, su questa riva, lo scampagnio delle loro ali sopra il mio capo, camminavo con passo più leggero. Instancabili, amata e amante, remano nelle fredde correnti amiche o scalano l’aria; i loro cuori non sono invecchiati; passione o conquista ancora li accompagna nel loro errante vagare. Ma ora si lasciano andare sull’acqua immobile, misteriosi, stupendi. Fra quali giunchi costruiranno il nido, su quale sponda di lago o stagno incanteranno occhi umani quando al risveglio un giorno scoprirò che son volati via?
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