Tiziano Broggiato
Sembra sfiancata, intorpidita,
questa luce mattutina che tarda
a irradiarsi.
Pare aspetti la sua ombra,
o, con calma, ne stia valutando
la gravità dell’inclinazione.
(da Preparazione alla pioggia, I)
Sembra sfiancata, intorpidita,
questa luce mattutina che tarda
a irradiarsi.
Pare aspetti la sua ombra,
o, con calma, ne stia valutando
la gravità dell’inclinazione.
(da Preparazione alla pioggia, I)
In tutti gli occhi vedo
nostalgia o speranza.
La vera forca, a questo punto,
è l’inconsistenza del presente.
Così il tempo, in apnea,
si riappropria di se stesso.
Tiziano Broggiato (Vicenza, 1953), da Città alla fine del mondo (Jaca Book, 2013)
Eppure è sempre lì che ritorna
aggirandosi inquieta. Lì, tra
il polveroso silenzio dei viali
e la luce gialla delle fotoelettriche.
– C’è tempo, c’è tempo… – replica
alle sollecitazioni di chi la vorrebbe
già fuori, liberati finalmente
da quella sua voce: stridula dapprima,
poi velata e grave infine.
– C’è tempo, c’è tempo… per fissare
nella retina il blu delle labbra gelate
e il bianco delle braccia protese,
ogni notte, verso le alte grate irridenti.
Finirà, anche lei, in un male
acuto
fino a svenire.
(da Preparazione alla pioggia, I)
Il treno si è fermato in mezzo a campi neri.
La sua testa sembra quella di un rettile
con gli occhi chiusi.
C’è odore di fuochi nell’aria, in quest’aria
notturna che cova tragedie.
Ci si affaccia, così, per una sorta di ostentata
sicurezza.
Nessuno è rimasto di guardia ai remi.
(da Preparazione alla pioggia, I)
L’ossessivo rimbombo del music live
di fronte e i lucori serrati che, sul soffitto,
ne rincorrono il ritmo, m’impediscono
il sonno.
Chissà se è stata disattesa
la mia prenotazione interna,
o se non vi ho proprio provveduto
( ah, le gallerie della memoria
che cedono palmo a palmo).
Non mi resta, a questo punto,
che adeguarmi: fingere di essere
capitato a una festa
senza esservi invitato.
(da Preparazione alla pioggia, I)
Diventa irridente la memoria
senza tempo né storia.
Il pensiero scuro e scaltro emigra
verso il mondo di apparenza.
È come quando si scende in acqua
dove non si tocca per recuperare
illusione di vita.
Tiziano Broggiato (Vicenza, 1953) da Preparazione alla pioggia (Italic, 2015)
Da allora nessuna vista, più,
dalla finestra.
Fuori, un gelo frizzante stemperava
un inequivocabile sguardo di congedo.
Tiziano Broggiato (Vicenza, 1953), da Preparazione alla pioggia (Italic Pequod, 2015)
Batte sul sonno, lo riapre,
il colpo di tosse del vicino.
_ Che anno è questo ? _ sibila.
E’ in delirio, penso, per la febbre alta.
Così come, prima, per la porta bianca
sul fondo da dove mi confidava
di avvertire distintamente la spinta
di tutto quel silenzio, dentro,
che voleva uscire.
(da Preparazione alla pioggia, I)
Ciò che portiamo con noi
di certe stanze che abbandoniamo
per sempre
è la loro ferrea bellezza.
(da Preparazione alla pioggia, I)
Nell’aula dalle molte porte grigie,
nel suo silenzio perpetuo, la nostra
maggior preoccupazione consisteva
nell’occupare un posto sotto le finestre
e studiare lì, con la luce rarefatta dell’inverno
che conferiva ai volti un biancore livido,
eppure legittimo, e che si propagava poi
ai movimenti, alle cose toccate,
ai libri…
Ma il vero scopo dell’appostamento
era quello di riuscire a percepire
la provenienza dei suoni: se dal nostro
interno, circoscritto, o dall’altro,
fantastico mondo bandito
oltre il muro dirimpetto.
(da Preparazione alla pioggia, I)