Tiberio Sergardi
(magico “epilemma”)
Vagabonda Fede,
se il Nulla può esistere da solo,
senza Dio,
rinnega l’anima…(in fondo che vale?),
ma non tacermi di là dalle tombe la tua verità
per non saper che dire…
Piccola o grande che tu sia (nascosta qua e là)…
dai la tua voce a un trovatello,
ed éi risponderà…Voglio saperlo!…
se tu quel giorno a prendermi verrai
dritta…e in ala di luce senza più ombre,
quasi alle soglie d’inattesi cieli…
Figlia dell’Indugio non fui mai, vengo da te!…
Inganno che mi fai, rovescierò il creato,
e un calcio darò a ogni scienza possibile!…
Vivere senza pensare (questo il mio “credo”),
godere in attimi il vuoto,
il mio secondo sangue se ce l’ho,
i voli curiosi a cavallo ai pianeti, la mia libertà!…
Bigotta, ruffiana!…Ecco cosa sei!…
(?…)
Perdonami!…Ero gelosa d’ogni cosa bella,
odiavo chi spenge di noia la vita,
o rovina le città,
i boschi, la natura, l’umano progresso…
Ben vengano gli altri a corteggiar la Pace,
ma chi si fida più? (Ruffiani, bugiardi smisurati!…)
Varrebbe il Sole che invecchia e non muore
in archi di parabola sul mare
a spiegarci l’esistere dei mondi, la nascita, la morte?…
Oh, la mia storia non finisce qui!
Rimani pure, o Fede, a recitar te stessa,
l’Ombra carceriera fosti…(e il merito a chi va?…
d’essere il Mossiere più unico che raro
dell’Immortalità?)!…
Il Credere va sulle acque a piede asciutto, vero?…
e dai gangheri usciresti, bella mia,
se ora ti dicessi: “Non è cosa semplice.”
Lo scandalo fortifica! E adìrati, o Fede,
rivòltati, strabalza, fa’ pure come vuoi…
(?….)
sott’altro cielo, impiccati!…Ma credo.
da ALIDÀDA